L’esposizione delle lavoratrici ad alcune sostanze chimiche e inquinanti prima che raggiungano i 35 anni potrebbe triplicare il rischio di sviluppare il cancro dopo la menopausa, suggerisce una ricerca pubblicata su Occupational and Environmental Medicine. Le donne esposte alle fibre sintetiche e ai prodotti petroliferi durante il corso della loro vita lavorativa sembrano essere più a rischio delle altre.
I ricercatori basano le loro conclusioni su un’osservazione di più di 1.100 donne, a 556 delle quali è stato diagnosticato il cancro al seno nel 1996-97 a Montreal, in Canada. Esse avevano un’età compresa tra 50 e 75 anni ed erano passate attraverso la menopausa. Le altre 613 donne avevano una serie di altri tumori.
Un team di esperti di chimici e igienisti industriali ha quindi proceduto ad indagare i livelli a cui queste donne sono state esposte durante il lavoro, ed hanno rilevato circa 300 sostanze diverse. Dopo aver tenuto conto dei fattori di solito associati ad un aumentato rischio di cancro al seno, l’analisi ha indicato un legame con l’esposizione professionale ad ognuna di queste sostanze.
Rispetto al gruppo di confronto, questo rischio ha raggiunto un picco delle esposizioni prima dei 36 anni, ed è aumentato con ogni decennio aggiuntivo di esposizione prima di questa età. Ciò ha provocato, nelle donne professionalmente esposte a fibre acriliche, un rischio di sette volte superiore di tumore al seno, mentre quelle esposte a fibre di nylon avevano quasi raddoppiato il loro rischio.
Quando i tumori sono stati divisi a seconda della loro reattività ormonale, le donne il cui tumore ha risposto a estrogeni, ma non al progesterone, hanno avuto almeno il doppio delle probabilità di avere il cancro al seno per ogni 10 anni di esposizione agli idrocarburi monaromatici (un sottoprodotto del petrolio greggio) e fibre rayon e acriliche. L’esposizione agli idrocarburi policiclici aromatici, presenti nei prodotti petroliferi, prima dell’età di 36 anni, ha triplicato il rischio per le donne i cui tumori erano sensibili agli estrogeni e al progesterone.
Gli autori ammettono che i loro risultati potrebbe essere dovuti al caso, ma dicono che sono coerenti con la teoria che i tessuti del seno sono più sensibili alle sostanze chemiche nocive se l’esposizione avviene quando le cellule del seno sono ancora attive, in altre parole, prima che la donna raggiunga i 40 anni. Ed ora puntano il dito sulla crescente incidenza del tumore al seno nei Paesi sviluppati, che è probabilmente dovuta ad una serie di fattori, tra cui la diagnosi dei piccoli tumori in crescita lenta, fino ai cambiamenti nel consumo di alcool.
Ma i fattori ambientali e sul lavoro si pensa possano avere un ruolo, specialmente con l’esposizione ad alcune sostanze chimiche, campi elettromagnetici a bassa frequenza, e le interruzioni dell’orologio biologico.
[Fonte: Sciencedaily]