La CAR-T therapy potrebbe donare nuove speranze ai malati di tumore del sangue: se ne parlerà a lungo al congresso della European Hematology Association (EHA) che si è aperto il 14 giugno a Stoccolma e che cercherà di sottolineare le potenzialità di una terapia che potrebbe davvero cambiare in meglio la vita di coloro che sono stati colpiti dalla malattia.
Paolo Corradini, presidente della Società italiana di ematologia e direttore del Dipartimento di Oncologia e onco-ematologia dell’Università degli Studi di Milano, spiega come funziona la CAR-T therapy (fonte Corriere):
La tecnica consiste nel prelevare dal sangue del paziente i suoi linfociti T (principali artefici della risposta immunitaria contro il tumore) sui quali viene indotta, con tecniche di ingegneria genetica, la capacità di riconoscere e uccidere specificamente le cellule cancerose. In pratica, tramite un virus non patogeno, viene introdotto nei linfociti T un gene che produce un recettore, chiamato CAR (Chimeric antigen receptor), che riconosce una proteina espressa sulle cellule cancerose. I linfociti così rimaneggiati e potenziati vengono reinfusi nel paziente e cominciano la loro battaglia contro il tumore.
Poi il medico aggiunge:
Finora sono stati ottenuti risultati molto soddisfacenti nei linfomi e in alcune forme di leucemia (leucemia linfoblastica acuta), in adulti e bambini. Risultati incoraggianti sono stati ottenuti anche nel mieloma multiplo. Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration (Fda, l’ente che si occupa della regolamentazione dei medicinali e dei dispositivi medici) ha già approvato due terapie CAR-T, che vengono quindi somministrate ai malati e che nei prossimi mesi dovrebbero diventare disponibili anche in Europa
Risultati incoraggianti sono stati ottenuti anche nel trattamento del mieloma multiplo e nel congresso di Stoccolma si parlerà molto anche di questo.
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