L’acqua in bottiglia pericolosa? Sì, sotto determinate condizioni che a breve vi spiegheremo. Se non conservata adeguatamente, anche questo prezioso liquido imbottigliato infatti può causare danni al nostro organismo. Ecco quando.
Va specificato che ad essere ritenuta pericolosa è l’acqua conservata in bottiglie di plastica e lasciata al caldo. A giungere a questa conclusione sono stati un gruppo di scienziati dell’Università della Florida, i quali hanno studiato attentamente i materiali con i quali vengono create le bottiglie. E la conclusione alla quale sono giunti non ha stupito: bisogna tenersi lontani dai contenitori di acqua in plastica tenuti sotto al sole. La conservazione in luoghi freschi e non assolati non nasce da un vanesio tentativo di preservare l’integrità delle etichette, ma dalla necessità di evitare che il liquido possa prendere strani sapori ed assorbire molecole di sostanze nocive prima dell’utilizzo.
Un problema del quale tenere da conto non solo in merito all’esposizione al sole dei bancali di bottiglie, ma anche nel loro trasporto in camion stipati e privi di aerazione. Secondo le analisi condotte dai ricercatori, infatti, le bottiglie di plastica comuni sono realizzate con l’utilizzo di tereftalato che a contatto con fonti di calore rilascia bisfenolo A. Questa sostanza è la stessa dalla quale si tenta di tenere lontani i bambini piccolo realizzando materiali e tettarelle libere da ftalati. Essa può causare problemi sia all’apparato riproduttivo che al sistema nervoso.
Nel corso di questa ricerca sono state testate 16 marche di acqua in bottiglia. Esse sono state tenute a 65-70 °C per circa 4 settimane. Una situazione limite, necessaria per stabilire un eventuale modus operandi per limitare i danni. Dopo tale trattamento, l’antimonio e il bisfenolo A contenuti nell’acqua sono saliti a livelli altissimi. Pubblicato sulla rivista di settore Environmental Pollution, la ricerca suggerisce di evitare, ovviamente, il consumo di acqua rimasta troppo tempo esposta al calore (può capitare con bottiglie rimaste in auto, o mal conservate in supermercato, N.d.R.) suggerendo ai consumatori di verificare che alle stesse condizioni non siano stati sottoposti anche latte, caffè e succhi di frutta.
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