In caso di cancro alla prostata la vasectomia potrebbe essere meno colpevole di ciò che si è sempre pensato. Ritenuta come un fattore di rischio per molto tempo, questa procedura chirurgica potrebbe essere finalmente scagionata dalle accuse ricevute.
La vasectomia è uno del pochi “trattamenti” anticoncezionali che possono essere applicati sull’uomo e negli ultimi anni, come anticipato, era stato additato da tutti come operazione in grado di favorire lo sviluppo del tumore alla prostata. Un nuovo studio condotto su larga scala sembra smentire ciò che fino ad ora era stato creduto, ovvero che incrementasse le possibilità di comparsa della neoplasia e del decesso per via della stessa.
Nessun collegamento è stato infatti riscontrato in tal senso. La American Cancer Society che si è occupata della ricerca ha analizzato i dati relativi a più di 7000 morti per via del cancro alla prostata: un numero maggiore rispetto alle 800 prese in considerazione dallo studio di Harvard che ha messo sotto i riflettori la vasectomia nel 2014. Sottolinea uno degli autori del nuovo studio, il dott. Eric Jacobs:
La vasectomia è un efficace e poco costoso metodo di controllo delle nascite. Questa nuova ed imponente ricerca fornisce rassicurazioni sul fatto che molto difficilmente la procedura possa far crescere sensibilmente il rischio di cancro alla prostata.
Gli scienziati, per giungere alle loro conclusioni, hanno analizzato le condizioni di salute di circa 364 mila uomini ultraquarantenni che hanno partecipato al Cancer Prevention Study II. Poco oltre 42 mila di loro si erano sottoposti a vasectomia. Il dott. Jacobs presume che i differenti risultati ottenuti siano da collegare alla minore grandezza del campione analizzato. Lo studio di Harvard aveva riscontrato una possibilità di comparsa del tumore alla prostata maggiorata del 10% nei casi studiati. Questo tipo di neoplasia è la seconda più diffusa negli uomini negli Stati Uniti e rappresenta anche la seconda causa di morte collegata al cancro.
E’ importante però osservare che se presa in tempo la patologia non è mortale e si può guarire se i pazienti vengono trattati con chirurgia e radiazioni.
Fonte | Healt 24
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