Terapie genetiche e cellule staminali. Sarà questo produrrà la nuova “officina” di manipolazione cellulare nata dalla collaborazione tra il Bambin Gesù e il Policlinico Gemelli sfociata nella creazione di Xellbiogene: una joint venture dalle grandi promesse.
Si tratta del primo passo per “superare” in qualche modo le punture, le pastiglie e gli sciroppi a favore di farmaci biotecnologici in grado di soddisfare le richieste delle nuove terapie geniche e la necessità di coltivazione di cellule staminali per rigenerare o guarire quegli organi colpiti da patologie serie e gravi come infarto e cancro. Per quanto possa suonare triste in un paese come il nostro che può contare su molte buone menti che spesso emigrano all’estero per lavorare, questa collaborazione nasce proprio per dare alla ricerca italiana nuova linfa vitale in mancanza di fondi. Non dobbiamo poi dimenticare che gli ambulatori di ricerca delle due strutture sopracitate sono tra i più grandi laboratori europei per le “terapie avanzate”: l’unione del lavoro dei ricercatori non farà altro che incrementare la velocità di studio e di “produzione” di questi nuovi approcci di tipo biotech.
Come spiegano i responsabili di questo progetto, sarà proprio all’interno di questa joint venture che verranno prodotte le cellule staminali da utilizzare per far rigenerare i tessuti del cuore in necrosi dopo un ischemia cardiaca o i mezzi per spingere il sistema immunitario a riconoscere le cellule dei tumori al fine di sconfiggerle prima dei possibili danni cagionabili. Xellbiogene sarà gestita da un comitato etico composto da:
- Presidente – Bruno Giardina
- Cardiologo – Filippo Crea,
- Genetista – Bruno Dalla Piccola
- Oncoematologo pediatrico – Franco Locatelli
- Ginecologo Giovanni Scambia.
Ciò a cui puntano i ricercatori, soprattutto a causa dei finanziamenti pubblici ormai bassissimi nel settore, è quello di collaborare per mettere a punto le nuove medicine utilizzando soprattutto ciò che è il nostro corpo a produrre in modo tale da abbattere tutti i costosissimi passaggi che di solito si è costretti a superare dalla scoperta all’applicazione sul paziente. Non più acquisizione di terapie costose ma un immediato impiego sul paziente di ciò che grazie allo stesso è stato trovato.
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