Un team di ricercatori israeliani avrebbe messo a punto una cura efficace contro il covid-19, gettando le basi per ottenere un vero e proprio cambiamento in positivo nella lotta contro la pandemia. Il campione preso in considerazione, pur essendo esiguo, ha mostrato ottimi risultati in ambito clinico.
Sperimentazione andata a buon fine
Su trenta pazienti ai quali la formulazione è stata somministrata, ventinove hanno mostrato un miglioramento molto importante nell’arco di 48 ore. A dare la notizia è stato direttamente il Tel Aviv Sourasky Medical Center. Ideatore del farmaco il professor Nadir Arber, di stanza presso il centro integrato di prevenzione del cancro dell’ospedale, il quale ha eseguito la somministrazione in pazienti malati di covid in condizioni moderate o gravi. Il farmaco anticovid ancora non ha un nome ufficiale e vieni identificato con la sigla EXO-CD24: quello che si sa per il momento, oltre al fatto che appaia essere efficace, è che è poco costoso da produrre e non difficile da somministrare. Ha spiegato infatti il professor Arber:
Il medicinale viene somministrato per inalazione, una volta al giorno, in una procedura che richiede solo pochi minuti. Deve essere poi proseguito per cinque giorni. Si basa sugli esosomi che il corpo rilascia dalla membrana cellulare e utilizza per la comunicazione intercellulare. Ciò che facciamo è arricchire gli esosomi con la proteina 24CD, che è nota per svolgere un ruolo importante nella regolazione del sistema immunitario.
I pazienti ai quali è stato somministrato questo medicinale non solo sono migliorati nettamente nel corso di 48 ore, ma sono anche stati dimessi dall’ospedale pochi giorni dopo. Il malato di covid-19 al quale il farmaco non ha fatto effetto è comunque guarito anche se le sue dimissioni sono arrivate con maggiore ritardo.
Speranza per una futura terapia contro il covid-19
La notizia della messa a punto di questo farmaco è stata accolta con speranza e ottimismo, in particolare dall’ex coordinatore della task force contro il coronavirus in Israele, il professor Ronni Gamzu, il quale ha sottolineato che sarà tra coloro che aiuteranno la squadra di ricercatori ad ottenere il via libera dal Ministero della Salute israeliano per l’esecuzione di test più ampi in merito all’efficacia di questo farmaco.
Quel che non si sa è se il farmaco creato per combattere il coronavirus sia valido anche per le nuove varianti del virus, ovvero i ceppi più recenti comprensivi quelli provenienti dalla Gran Bretagna, dal Sudafrica e dal Brasile. Riuscire a trovare una cura per il coronavirus efficace non sarebbe solamente un enorme passo in avanti per combattere la pandemia a livello globale: per Israele significherebbe poter contare su un mezzo capace di trattare il sempre più crescente numero di contagi, superiori a 5 mila unità giornaliere, nonostante un lockdown imposto da ormai un mese.