L’intuito femminile non è un mito, e si sviluppa nel feto prima della nascita. Questa che viene ritenuta una dote incredibile del sesso femminile, secondo uno studio condotto dall’Università di Granada e di Barcellona Pompeu Fabra e dalla Middlesex University di Londra, sarebbe influenzata da delicati equilibri ormonali.
L’intuito femminile consente, secondo gli esperti, di riuscire a risolvere situazioni difficili anche senza ricorrere al pensiero riflessivo e nazionale. La ricerca, coordinata dal dott. Antonio Manuel Espin e pubblicata sulla rivista di settore Psychoneuroendocrinology, spiega come le scarse quantità di testosterone alle quali la bambina è sottoposta nel grembo della madre nel corso della gravidanza, influiscono sulle dinamiche cerebrali.
A quanto pare quello che si è sempre pensato grazie a precedenti studi è vero: le differenze tra il cervello degli uomini e quello delle donne sono reali e nascono in base all’influenza degli ormoni sessuali e quindi rispettivamente a causa del testosterone e degli estrogeni. Si tratta di connessioni che vengono a crearsi tra i due emisferi e che nelle donne sono più presenti, creando una commistione più forte e seria tra il pensiero riflessivo e quello intuitivo. Fattore che raggiunge il suo punto massimo dopo la nascita, nel corso dell’adolescenza quando gli ormoni, grazie alla maturazione sessuale, prendono piede.
Per giungere a queste conclusioni gli scienziati inglesi e quelli spagnoli hanno preso un campione di 600 giovani appartenenti ad entrambi i sessi, sottoponendoli ad un questionario preparato appositamente per verificare le capacità intuitive di una persona. Si è poi passati a calcolare il rapporto tra la lunghezza del dito indice e dell’anulare, fattore indicativo del livello di testosterone al quale il bambino nel grembo della madre è stato sottoposto nell’utero materno. Più alto è il livello, più il rapporto indice-anulare è basso. Di conseguenza la persona è meno intuitiva. E questo, sebbene preponderante negli uomini, è valido per entrambi i sessi.
Fonte | Psychoneuroendocrinology
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