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Leucemia mieloide acuta, nuova sperimentazione in Italia

Una nuova terapia contro la leucemia mieloide acuta verrà sperimentata quest’anno presso l’ospedale Bambin Gesù di Roma. Potrebbe rivelarsi un importante approccio terapeutico sia per i bambini che per gli adulti.

Importante progetto contro la leucemia mieloide acuta

La leucemia mieloide acuta è uno dei tumori del sangue più aggressivi esistenti. L’ospedale pediatrico coordinerà la prima sperimentazione clinica in Europa di terapia genica con cellule Car Natural killer (Car-NK). Ci troviamo nel campo dell’immunoterapia che porta ancora più avanti il discorso iniziato già dalla terapia Car-T. In questo caso che invece di utilizzare linfociti T che possono avere delle reazioni incontrollate di tipo immunitario, in questo studio italiano vengono utilizzate delle cellule NK prese da un donatore sano.

Le stesse vengono poi riprogrammate per colpire il tumore e distruggerlo. Questo approccio terapeutico contro la leucemia mieloide acuta ha avuto ottime risultati su modello animale. Esso coinvolge scienziati di istituti specializzati italiani in campo oncoematologico appartenenti alla rete Palm. Finanziata tra gli altri anche dalla Fondazione Umberto Veronesi.

Nello specifico si parla di un progetto della durata di cinque anni che non si occupa solo dello sviluppo di terapie innovative, ma che ricercherà anche diversi approcci diagnostici per la leucemia mieloide acuta. Non dobbiamo dimenticare che questo tumore del sangue, raro, ogni anno colpisce almeno 70 persone fino ai 18 anni.

Il network Palm lavorerà a tutto campo, analizzando possibili nuove alterazioni molecolari. Fino ad arrivare allo studio dei meccanismi di resistenza alle cure o quelli che portano alle ricadute. Anche questo approccio terapeutico innovativo che inizierà a essere sperimentato quest’anno fa parte del lavoro del network.

Meccanismi ancora da scoprire

Questa forma di leucemia è ancora in parte sconosciuta, dato che spesso e volentieri presenta alterazioni molecolari di tipo ricorrente che almeno in un terzo dei casi non si riesce a identificare. Il sequenziamento di nuova generazione può aiutare a superare questo problema e non solo. Aiuterà a definire meglio la prognosi e la sensibilità alle cure.

Questo protocollo terapeutico non verrà a favore solo dei malati presenti In Italia ma coinvolgerà anche altri paesi come Germania, Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Polonia e Svizzera. Unendo le forze in questo modo sarà possibile attivare degli studi ai quali molti bambini potranno accedere. Dando non solo a loro un’opportunità di guarigione ma riducendo i tempi del trial della sperimentazione in generale.

La nuova terapia potrà rappresentare davvero la differenza tra una vita spenta troppo presto e una vita capace di poter esistere in modo sano. Questo progetto potrà dimostrare quanto la ricerca genica, soprattutto per quel che riguarda specifiche patologie, sia importante e con molta probabilità risolutiva.