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Matrimonio nuoce alla salute del cervello?

Il matrimonio nuoce alla salute del cervello? Potrebbe essere. Sebbene non vi siano motivazioni certe alla base, a quanto pare questo tipo di legame farebbe aumentare il rischio di sviluppare demenza.

Il matrimonio fa male?

Questo non significa che non dobbiamo giurarci amore eterno con qualcuno. Ma uno specifico tratto del matrimonio potrebbe portare le persone a favorire le condizioni di base per lo sviluppo della patologia. Una ricerca condotta su più di 24.000 persone statunitensi e pubblicata sulla rivista di settore Alzheimer’s & Dementia sostiene infatti che coloro che non si sono mai sposati, sono vedovi o divorziati presenterebbero un rischio minore di sviluppare demenza rispetto agli altri.

Quale sarà il fattore scatenante in questo contesto? A quanto pare, una minore propensione alla vita sociale. Lo studio, che ha coinvolto donne e uomini di età compresa tra i 50 e i 104 anni, ha periodicamente sottoposto i partecipanti a test neuropsicologici per misurarne la salute cognitiva. Già nei primi test alcune persone avevano mostrato segni di un leggero deficit, ma nelle persone non impegnate in un matrimonio difficilmente questa problematica si trasformava in demenza. Tradotto in numeri, tutti gli adulti non sposati presentavano un rischio del 50% minore di soffrire di questo particolare problema neurologico.

L’attendibilità dei dati è stata valutata tenendo conto anche di altri fattori di rischio che avrebbero potuto contribuire a questa condizione, come il sesso, l’etnia, il livello di istruzione, il fumo, l’età e altri elementi riguardanti la salute mentale e fisica.

Possibile ipotizzarlo tra i fattori di rischio

Analizzando tutti questi parametri, gli scienziati si sarebbero resi conto che il matrimonio può essere ipotizzato come fattore di rischio per la demenza a causa di una socializzazione minore. Questo perché, di solito, chi non si è mai sposato tende ad avere una socializzazione maggiore con vicini e amici. È come se le coppie sposate presentassero una tendenza a interagire di meno con gli altri e, di conseguenza, avessero una vita sociale meno attiva.

Questo approccio si traduce in una sorta di chiusura all’interno di un “universo di coppia“, dove il cervello verrebbe stimolato di meno e, per tale ragione, rischierebbe di sviluppare un maggiore declino cognitivo. Le persone single, di solito, tendono inoltre a essere più indipendenti, elemento in grado di stimolare in modo importante la mente.

Ovviamente si parla del matrimonio come possibile fattore di rischio per la demenza un po’ per suscitare curiosità e un po’ per tener conto di come le ricerche cambino nel tempo. Qualche anno fa, uno studio simile aveva portato alla raccolta di dati che conducevano al risultato opposto. Ovvero che la maggiore vita sociale delle coppie rendeva possibile proteggersi meglio dal rischio di declino cognitivo. In attesa di scoprire se il matrimonio faccia bene o meno, cerchiamo sempre di mantenere attiva la nostra mente, in ogni situazione.