Una ricerca inglese accende ancora i riflettori sul Morbo di Parkinson, malattia che ad oggi non conosce purtroppo cura risolutiva. Secondo gli scienziati che fanno parte della Università di Cambridge, un aiuto per la ricerca potrebbe arrivare dagli squali. Nella loro pancia, infatti, si nasconderebbe una sostanza chiamata squalamina che sarebbe in grado di bloccare in modo concreto il processo molecolare considerato alla base di questa malattia neurodegenerativa.
La proteina assolutamente da sconfiggere è l’alfa-sinucleina. Secondo la recente ricerca inglese, la sostanza contenuta nella pancia degli squali potrebbe rendere la pericolosa proteina meno tossica, impedendole di “aggrapparsi” alla membrana della cellula nervosa danneggiandola con conseguenze irreversibili per la salute della persona. La squalamina è da molto tempo oggetto di sperimentazioni cliniche ma adesso viene presa in considerazione anche come possibile soluzione per la messa a punto di una cura per il Morbo di Parkinson. A breve cominceranno allora i test sui pazienti per capire quanto effettivamente lo studio inglese possa aprire nuovi importanti scenari per il trattamento di questa malattia. La parola al professor Michele Vendruscolo che ha preso parte allo studio sopra menzionato:
Abbiamo scoperto che la squalamina si lega alle membrane lipidiche impedendo all’alfa-sinucleina di attaccarsi a sua volta, bloccandone così il processo tossico di aggregazione. I trial clinici su pazienti con Parkinson potrebbero dunque iniziare in tempi ragionevolmente brevi. L’inizio dei test è in programma tra qualche mese
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