Il fumo fa male alla salute. Lo si dice da sempre, lo si legge sui pacchetti delle sigarette da qualche anno, anche se molti credono sia del tutto inutile, eppure, tanta gente continua a fumare, soprattutto i più giovani. Le patologie respiratorie correlate, infatti, come la BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), l’enfisema polmonare o l’asma bronchiale, solo per citarne alcune, sembrano non fare alcuna paura.
Come è emerso da una ricerca condotta di recente dal Cnr, e pubblicata sull’European Respiratory Journal, la spirometria (test diagnostico per valutare la funzionalità respiratoria) sui giovani fumatori con ostruzione delle vie aeree aiuterebbe a ridurre il rischio di sviluppare forme più gravi dell’asma, attraverso l’interruzione del fumo e un trattamento adeguato.
Lo studio, condotto dall’Unità di epidemiologia ambientale polmonare (Epap) e dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa, in collaborazione con l’Istituto di biomedicina e immunologia molecolare (Ibim-Cnr) di Palermo, la Società europea di pneumologia (Ers) e la Fondazione europea del polmone (Elf), ha coinvolto più di 10 mila persone, che hanno eseguito la spirometria e risposto ad una serie di domande su genere, età, abitudini di fumo e presenza di asma.
Come ha spiegato ara Maio dell’Ifc-Cnr di Pisa:
I tassi di prevalenza di ostruzione delle vie aeree sono risultati elevati: dal 12,4 al 20,3%, e sono state confermate le associazioni con i più importanti fattori di rischio. In particolare, rischi di ostruzione di severità lieve maggiori del 90% nei soggetti con età superiore a 80 anni, del 140% nei fumatori e del 180% nei soggetti con diagnosi di asma. Tali associazioni sono confermate anche per l’ostruzione di severità più elevata.
Ma valori di prevalenza di ostruzione lieve sono emersi anche nei soggetti con età inferiore ai 19 anni (12,7%) e di 40-49 anni (7.7%). Questi dati sono molto importanti e indicano la necessità di iniziare gli screening di funzionalità polmonare in età più precoce rispetto a quanto ritenuto corretto fino ad oggi, soprattutto in casi di asma bronchiale e nei fumatori.
Via|CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche; Photo Credits|ThinkStock