Verso la fine di marzo, a Torino, sono stati presentati i risultati dello studio “OPTIMS“, realizzato dal professor Luca Durelli, direttore della divisione di Neurologia dell’Ospedale di Orbassano. Gli scopi sono stati illustrati dallo stesso professor Durelli: in uno studio multicentrico eseguito in 24 centri su 216 pazienti affetti da Sclerosi multipla RR (il tipo Relapsing-Remitting in cui la malattia progredisce per ricadute che ogni volta lasciano residui di invalidità maggiori).
Lo scopo era quello di valutare la risposta alla attuale dose standard di Interferone Beta 1B (approvato alla dose di 250 mcg a giorni alterni). I pazienti arruolati sono stati trattati per sei mesi e poi sono stati selezionati i malati “non-responders” identificati con la Risonanza Magnetica eseguita ogni mese. Quelli che non hanno mostrato un miglioramento sono stati circa il 40%. E proprio questi sono stati sottoposti ad una dose maggiore di farmaco, precisamente 375 mcg per vedere se all’aumentare della dose si avevano benefici nel sintomi e nella frequenza delle ricadute.
Ebbene la dose maggiorata ha ridotto del 50% l’attività di malattia vista alla RM. Una scoperta importante che probabilmente determinerà la decisione di approvare un nuovo dosaggio del farmaco. Dice ancora Durelli, che aggiunge:
“Quello dei “non responders” era un problema da affrontare specialmente perché la malattia deve essere aggredita al più presto: noi non siamo in grado di predire quali esiti possa lasciare la prossima ricaduta, per questo è necessario cominciare da subito. Inoltre nel 20-30% del pazienti in terapia compare il fenomeno della “tolleranza immunitaria” in cui l’organismo produce linfociti B contro il farmaco, annullandone l’effetto. Nello studio OPTIMS abbiamo osservato che dosi maggiori di Interferone Beta 1B “saturano” la risposta anticorpale,. Non si sa però se è un vantaggio della dose maggiore o se la normalizzazione avverrebbe comunque dopo una lunga cura”
Staremo quindi a vedere quali saranno i dosaggi consigliati in futuro per tutti coloro che dell’interferone Beta 1B, hanno fatto la loro unica cura.