Un nuovo tipo di chemioterapia che arriva direttamente al cervello in modo non invasivo perchè il gas che la compone è rinchiuso da bolle. Un metodo all’avanguardia che potrebbe rivoluzionare l’approccio ai tumori.
Fino ad ora questa metodologia è stata sperimentata solo sugli animali e su una “tester”umana: una donna i cui farmaci per tenere a bada il tumore al cervello di cui era affetta hanno smesso di funzionare dopo 8 anni. In cosa consiste di preciso questa nuova terapia? In pratica raggiungono il cancro spinte da un fascio di onde ad ultrasuoni e secondo gli autori dello studio, realizzato presso Sunnybrook Health Sciences Centre di Toronto, in Canada, tale tecnica potrebbe rivelarsi utile anche per combattere contro altre malattie che coinvolgono l’encefalo come demenza, epilessia e morbo di Parkinson.
I dati raccolti fino ad ora sono considerati incoraggianti dagli scienziati, ma necessitano di ulteriore sperimentazione dato che ancora non è chiaro se questo tipo di chemioterapia provochi effetti collaterali. Questa nuova metodologia di somministrazione dei farmaci è legata al fatto che il cervello è protetto dalla barriera emato-encefalica che si occupa di proteggerlo da agenti patogeni, tossine ma anche da molecole come quelle dei farmaci. Con queste bolle di gas è come se avessero creato dei “fori” temporanei per far passare il medicinale in modo sicuro.
Tornando all’unica tester umana il suo nome è Bonny Hall. La donna sembrerebbe aver risposto bene alla terapia anche se per averne conferma sarà necessario esaminare con attenzione una parte del tumore del cervello da cui è affetta per verificare che la chemioterapia sia effettivamente penetrata nell’organo.
Se il percorso di questo approccio sperimentale dovesse andare avanti senza intoppi tra qualche anno ci si potrà trovare ad essere testimoni di un numero sempre maggiore di guarigioni o remissioni da questa forma cancerosa e forse di ulteriori passi in avanti in campo neurologico.
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