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West Nile, aumentano i contagi e la paura

Il virus del West Nile torna a fare paura in Italia. Soprattutto in seguito alla morte di una donna di 82 anni nel Lazio. Perché è necessario fare attenzione?

Il West Nile in Italia nel 2025

Senza dubbio il virus del West Nile causa una malattia che può avere effetti molto rilevanti su persone anziane e fragili. Per tale ragione non deve essere preso assolutamente sottogamba, ma al contempo deve essere sottolineato che il monitoraggio è costante nel nostro paese. E che al momento l’andamento della malattia è pari a quello degli altri anni. La patologia è trasmessa dalle zanzare culex e non avviene tra persona e persona. Lo scorso anno i decessi sono stati in tutto 20 su ben 460 casi registrati.

Lo ripetiamo: non bisogna assolutamente sottovalutare l’effetto del virus del West Nile. Ma bisogna fare attenzione, in particolare prevenendo i contagi. Come? Eseguendo disinfestazioni contro le zanzare e cercando di non lasciare ristagni d’acqua che possano attirarle. La vittima è morta all’ospedale San Giovanni di Dio di Fondi, in provincia di Latina. Era stata ricoverata il 14 luglio per febbre alta e stato confusionale, senza che vi fossero altre patologie.

Nei casi attualmente presenti nel Lazio sono gravi quelli relativi a un uomo di 63 anni e a uno di 72 anni, per via di patologie concomitanti e con sintomi neurologici. Gli altri sono in miglioramento. Al fine di poter gestire al meglio la situazione sono stati allertati veterinari e medici di famiglia e sono partiti degli interventi di disinfestazione nei focolai larvali di zanzare individuati.

Sintomi neurologici rari

È importante sottolineare come la maggior parte delle persone colpite dal virus del West Nile non presenti sintomi. Un’infezione grave si presenta in circa l’1% dei casi. Come ha spiegato all’Ansa l’infettivologo Massimo Andreoni, si tratta di una situazione che deve essere tenuta sotto controllo. Il Lazio, fino al decesso della donna, non era stato individuato come regione tra le più colpite.

Come sottolinea l’esperto, si tratta di un virus che si sta diffondendo sempre di più rispetto al passato, anche per via della tropicalizzazione del clima. Ragione per la quale è basilare che i medici siano capaci di diagnosticare in fretta la patologia, imparando a riconoscerne i segni.

Per quanto questa possa colpire pazienti di tutte le età, il decorso neuroinvasivo è maggiormente possibile in persone che presentano immunodepressione e in anziani. La mancanza di un vaccino o di terapie che colpiscano direttamente il virus mette la prevenzione al primo posto tra le cose da fare per potersi difendere da questa malattia.