Avere la capacità di parlare due lingue sin dalla nascita dà un’enormità di vantaggi. Il più ovvio fra tutti è che a scuola non si avrà problemi con la seconda lingua. Ma oggi alcuni scienziati triestini affermano che il bilinguismo favorisce la capacità di ragionamento e soprattutto la velocità di apprendimento. In breve, allenando passivamente il cervello durante i primi mesi di vita, i bambini bilingue non diventano più intelligenti, ma semplicemente fanno meno fatica ad immagazzinare le informazioni e a ragionare.
A spiegarlo è stato il professor Jacques Mehler il quale, insieme ad Agnes Kovacs della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, ha pubblicato un interessante articolo sulla rivista Science in cui si spiega questo particolare processo che avviene nei bambini che hanno due genitori di nazionalità diverse, i quali dal primo giorno di vita sono esposti contemporaneamente a due lingue anziché una sola.
In breve, questi bambini migliorano le funzioni esecutive, dei processi pratici del cervello che non portano soltanto a migliorare la capacità di parlare due lingue, ma anche di gestire e coordinare le proprie azioni in maniera più semplice e rapida dei bimbi monolingue. Un esperimento è stato effettuato sui bambini di un anno di età, suddivisi in due gruppi a seconda che fossero mono o bilingue.
I bimbi ascoltavano parole con suoni differenti e, a seconda del tipo di parola che ascoltavano, dovevano capire su quale lato del computer doveva comparire un pupazzo che attraeva la loro attenzione. Mentre i bambini monolingue sbagliavano spesso, dopo i primi tentativi, i bilingue capivano il meccanismo e azzeccavano sempre.
Questo non vuol dire, spiega Mehler, che i bilingue siano più intelligenti, ma semplicemente che hanno capito prima il trucco grazie ad un cervello più “duttile“, in grado di comprendere meglio diverse parole provenienti da idiomi diversi senza confonderle tra loro. In una ricerca precedente, effettuata sempre da Mehler e colleghi, è stato dimostrato che questa capacità è visibile sin dai 7 mesi. Non si tratta comunque di una condizione permanente. Se i bilingui apprendono più velocemente, non è detto che più avanti nella vita otterranno necessariamente risultati migliori perché poi, crescendo, anche i monolingue potranno sviluppare queste capacità e colmare il gap. Faranno solo un po’ più di fatica.
[Fonte: Repubblica]