Una volta, la crisi era definita di mezza età: ora la depressione colpisce anche a vent’anni. C’è chi ironizzando la chiama la crisi del quarto di vita, e forse non si allontana troppo dal problema. Purtroppo il mondo è in continuo sviluppo, e con esso anche le ansie delle persone, che tendono oggi a manifestarsi sempre più precocemente.
I giovani ormai, appena superati i venti anni devono inziare a fare i conti con la vita e con quello che la stessa rappresenta: scelte, continue. Ed il risultato di tutto ciò ci trasforma in ansia da prestazione professionale, stress, senso di soffocamento ed infine depressione.
Il problema principale è che non vi è un solo fattore scatenante di tale malessere, sono tante piccole concause che contribuiscono a creare nei giovani le stesse ansie che una volta colpivano gli adulti intorno ai 40-50 anni. I ricercatori della Greenwich University, capitanati dal dott. Oliver Robinson hanno coniato quel simpatico nome sopra illustrato un fenomeno che purtroppo è molto più diffuso di cil che si pensa.
Spiega il luminare:
Adesso si è molto più liberi di fare dei cambiamenti all’inizio dell’età adulta rispetto a quanto succedeva in passato perché c’è una maggior fluidità nel mondo del lavoro, nel matrimonio o nelle alternative allo stesso. E questa fluidità fa sì che i grandi cambiamenti della vita siano più accettabili. Nel passato, se cambiamento doveva esserci, questo avveniva nel periodo della mezza età.
Ed aggiunge:
Oggi, invece, si va in crisi molto prima e le cause sono da individuare nella ricerca frenetica di un lavoro, nella necessità di fare soldi e avere successo in fretta e nell’ansia di voler soddisfare le aspettative dei genitori.
I giovani, secondo i ricercatori inglesi, non riuscirebbero più ad accontentarsi di una vita non facile, volendo ottenere tutto con maggiore facilità e velocità. Fattore positivo? Soffrire della crisi di un quarto di vita porterebbe a non soffrire della crisi di mezza età. E per molti, questa sembra già una conquista.
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Fonte: Corriere della Sera