Il sonno, è risaputo, porta numerosi benefici non solo al nostro corpo che si ricarica per affrontare una nuova giornata, ma anche per la nostra mente. Secondo un nuovo studio americano, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), il sonno, ed in special modo la fase REM, è in grado di farci sviluppare meglio l’intelligenza e la creatività.
Un esperimento è stato effettuato utilizzando un metodo simile al gioco finale dell’Eredità, il quiz condotto da Carlo Conti su Raiuno, denominato “la Ghigliottina”. In pratica i ricercatori davano tre parole ai partecipanti l’esperimento, e loro dovevano essere in grado di trovare una quarta parola che potesse essere collegabile con tutte le precedenti.
I ricercatori hanno separato i partecipanti in due gruppi distinti. Il primo rimaneva sveglio per un lungo periodo di tempo, mentre al secondo veniva concesso di dormire. I risultati, nemmeno tanto sorprendenti, hanno rilevato che il gruppo che dormiva, dopo essersi svegliato, aveva trovato la soluzione dell’enigma, mentre nel gruppo di chi non dormiva questo accadeva raramente.
Secondo gli scienziati, questo può accadere perché durante la fase REM (Rapid Eye Movement), il cervello riesce a collegare informazioni che tra di loro apparentemente non hanno relazione, riescono a mescolare le parole e trovarvi un filo logico, esegue associazioni di idee ed in generale consente integrazioni e ragionamenti che, quando si è svegli, fa con molta più fatica, probabilmente perché, con una maggiore quantità di informazioni da processare, viene “distratto”, e quindi ragiona più lentamente.
Era già noto che la fase REM aiutasse il cervello ad immagazzinare meglio le immagini ed i ricordi. E’ consigliato infatti per gli studenti dormire poco dopo aver finito di studiare perché i concetti si fissano meglio e si fanno propri. Il cervello in questa fase è anche in grado di scartare le informazioni superflue e concentrarsi su quelle importanti, permettendo poi, al risveglio, di padroneggiare meglio quei ricordi. Adesso quest’esperimento ci fa capire che tutto questo avviene anche grazie ad un’associazione di idee che permette di fissare meglio i concetti, ed esprimerli anche in modo più creativo.
[Fonte: Ansa]