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Psicologia, è lo sguardo a decidere l’orientamento politico?

 Il processo che spinge una persona a trovare carismatica una persona dal punto di vista politico ancora non si è riusciti a comprenderlo. La psicologia non è in grado di determinare cosa spinga una persona ad essere “di destra” o di “sinistra”. Sta tentando però attraverso degli studi di capire il rapporto che gli elettori hanno con il loro leader. Ed a quanto pare, sarebbe tutta una questione di sguardi, stando alla ricerca di neuroscienza sociale promossa dall’IRCCS Santa Lucia e La Sapienza di Roma.

Questo particolare approccio medico studia i processi psicologici e neuronali alla base delle interazioni tra le persone,  ed è normale che sia interessato a comprendere cosa spinga una persona a tifare una squadra od ad indentificarsi in un personaggio: insomma, i motivi che lo spingono all’aggregazione. E quello politico è attualmente il processo più complicato da studiare.

Lo studio promosso dai due istituti di Roma, iniziato nel 2009, analizzando le diverse variabili, si è reso conto, come anticipavamo in precedenza, che lo sguardo rappresenta, insieme all’identificazione con il proprio “leader” il punto primario di spinta verso un partito. Tale dato, però, è stato riscontrabile solo nei partecipanti allo studio orientati verso il centrodestra, i quali per fare un esempio, erano più attratti dallo sguardo di Silvio Berlusconi che da quello di Romano Prodi.

Un processo assente, secondo le analisi, negli elettori di centrosinistra che non erano influenzati in tal senso da nessuno dei leader del proprio schieramento di riferimento. Il tutto è stato poi applicato alla attualità, ed i ricercatori si sono resi conto che negli ultimi 17 anni, gran parte dell’influenza politica di Silvio Berlusconi, (colui che in questo lasso di tempo ha governato più a lungo, n.d.r.) è dipesa in buona parte da un meccanismo di identificazione scattato con la popolazione.

Lo studio, nello specifico, ha analizzato la capacità di elettori di centro-destra e di centro-sinistra di effettuare un movimento degli occhi senza farsi influenzare dallo sguardo di un determinato leader politico. Ai volontari,  15 elettori di centrosinistra e 13 di centrodestra, è stato chiesto di fissare un punto nero sullo schermo di un computer e di effettuare un movimento degli occhi, verso destra quando il punto centrale diventava rosso o verso sinistra quando il punto centrale diventava blu.  In precedenza era stato richiesto loro di compilare un test che ne evidenziasse la personalità.

Elemento distraente erano le immagini dei leader politici e a livello tecnologico è stato utilizzato un macchinario ad infrarossi di ultima generazione per controllare il movimento degli occhi.  E’ stato scelto questo approccio perché l’influenza dei movimenti oculari è un processo implicito del cervello: la persona non ne ha consapevolezza.

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Fonte: Sole 24ore