Le caraffe filtranti in gran voga negli ultimi tempi non soltanto sarebbero inutili, ma addirittura dannose per la salute dei consumatori. E’ quanto emerso dal rapporto dei Nas, che hanno depositato i risultati della perizia presso la Procura di Roma, che ha aperto un’inchiesta per accertare la frode in commercio.
Dall’analisi chimico-fisica e microbiologica effettuata dal Nucleo Anti Sofisticazione è emerso che le caraffe filtranti non migliorano la qualità dell’acqua, né sono in grado di modificarne la durezza. In sostanza, la promessa di purificare l’acqua del rubinetto grazie all’azione dei filtri a carboni attivi come pubblicizzato dalle aziende produttrici non è stata mantenuta.
Secondo un test molto interessante condotto in laboratori specializzati dal mensile francese “60 millions de consommateurs”, le brocche e i filtri trattengono esclusivamente il cloro, migliorando il sapore dell’acqua di rubinetto, ma le prestazioni rispetto agli altri componenti (minerali, metalli, nitrati, e nitriti) presenti nell’acqua sono assolutamente scadenti. Inoltre, anche i filtri rilascerebbero delle sostanze nell’acqua.
Tuttavia, nonostante le caraffe filtranti da maggio siano finite nel mirino delle Procure di Roma e Torino, sono sempre più vendute e la tendenza è persino in crescita come dimostra una rilevazione GfK. Tutto era inziato con l’esposto di Mineracqua, l’associazione che rappresenta i produttori di acque minerali, nel quale si sosteneva, sulla base di analisi svolte dall’Università La Sapienza, che l’acqua dopo il passaggio nella caraffa diventava non potabile e dannosa per i portatori di alcune patologie, come l’ipertensione o il diabete. Inoltre, dopo il trattamento si rilevava la presenza di alcuni elementi prima non presenti nell’acqua come ammonio e argento.
Le case produttrici si sono sempre difese affermando di non aver mai dichiarato che l’acqua fosse pura, ma filtrata, poiché le caraffe sono in grado di trattenere alcune sostanze e ne rilascia altre consentite dalla legge sulle bevande. In questo momento il Condacons sta studiando o la fattibilità di una class action per rimborsare chi ha comprato le caraffe.
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