E’ risaputo che, quando si assumono contemporaneamente 2 o più farmaci, alcuni principi attivi possono dare luogo ad interazioni, determinando una riduzione/aumento dell’efficacia di uno dei due, nel caso migliore, ma anche causando degli effetti collaterali, quali bruciori di stomaco, nausea, vomito. Anche il cibo e le bevande possono influire sull’azione dei farmaci, vediamo come.
Spesso, sui foglietti illustrativi che accompagnano i farmaci, è espressamente indicata l’assunzione a stomaco pieno o lontano dai pasti, ma anche i cibi e le bevande da evitare per incorrere in sintomi spiacevoli. Forse, la combinazione “esplosiva” più nota riguarda i formaggi stagionati e gli insaccati, che contengono la tiramina, una sostanza in grado di far schizzare la pressione arteriosa in caso di assunzione dei cosiddetti MAO-inibitori, ovvero i farmaci per il morbo di Parkinson e quelli antidepressivi.
Attenzione anche al succo di pompelmo, per quanto sia una vera miniera di vitamina C, e dunque, con indubbie proprietà benefiche, è sconsigliato durante le terapie con calcio-antagonisti, una classe di farmaci usati come anti-ipertensivi.
Quando invece si assumono gli antistaminici, è buona norma evitare di consumare le fragole, anch’esse ricchissime di vitamina C, ma sconsigliate in questi casi perché stimolano la liberazione di istamina, il nemico numero 1 per chi soffre di allergie stagionali.
Massima attenzione anche a caffè, cacao e tè, e a tutte le bevande energizzanti in generale, assolutamente da evitare se si stanno assumendo farmaci per l’asma, poiché rischiano di potenziarne l’effetto, nel corso di terapie per l’ipertensione e se si assumono analgesici, antinfiammatori e antinfluenzali.
Anche il cioccolato va ridotto in caso si assumano farmaci per l’ulcera gastrica, e gli antidepressivi di ultima generazione indicati con la sigla SSRI. Da evitare, invece, in concomitanza dei MAO-inibitori.
Per quanto riguarda l’alcol, il consumo è controindicato in qualunque terapia con farmaci, può, potenziare l’effetto di alcuni antistaminici, dei sedativi, e l’effetto irritativo degli antinfiammatori.
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