Curare la disfunzione erettile attraverso l’utilizzo di piccole scosse elettriche? E’ questo l’inusuale metodo che in molti gruppi di ricerca stanno sperimentando per riuscire a trovare un’approccio valido contro questo problema maschile.
Si tratta come è facile intuire di una terapia ancora sperimentale che però è apparsa particolarmente utile nei confronti di quegli esponenti del sesso maschile che hanno problemi di erezione che vanno da leggeri a moderati. Perché si sta provando questa tipologia di trattamento? E’ bene, per rispondere, prima di tutto sottolineare che anche in questo caso si tenta di approcciare il problema alla base, partendo dalla causa: ovvero la non sufficiente quantità di sangue nei corpi cavernosi per mantenere in erezione il pene.
I ricercatori dell’Università della California sono quelli che al momento hanno eseguito lo studio più completo sul tema ma, nonostante i buoni risultati ottenuti finora nel corso delle sperimentazioni, la procedura non è stata sottoposta al giudizio della Food and Drug Administration. Il problema consta nel fatto che non si hanno ancora dati che possano spiegare quali sono gli effetti dell’elettrostimolazione per ciò che concerne la disfunzione erettile sul lungo periodo né se un suo uso prolungato possa apportare danni dopo un iniziale beneficio.
Il tema, così come la parte coinvolta, è molto delicato. L’obiettivo degli scienziati statunitensi è quello di dare a coloro che non possono assumere il viagra per motivi di salute un’alternativa valida per riportare la propria vita sessuale ad un livello di soddisfazione accettabile. Questo approccio sembra avere un certo successo, come già anticipato. Ma non è ancora chiaro il perché questo succeda: quale meccanismo si scatena? Perché grazie all’elettrostimolazione i problemi di erezione sembrano potenzialmente risolversi? E non solo. Questo approccio sembra funzionare solo quando la disfunzione erettile è legata ad un patologia cardiovascolare e non a disturbi neurologici o di altra tipologia.
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