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Zone erogene dell’uomo e della donna, una mappa

Vorreste poter contare su una vera e propria mappa delle zone erogene degli uomini e delle donne per sapere come stimolarle e dare loro piacere? Se la risposta è positiva, preparatevi perché grazie all’Università di Bangor, possiamo fare un po’ di chiarezza sul tema. 

I ricercatori inglesi hanno infatti stilato, in seguito ad un attento studio, una lista delle zone erogene di entrambi i sessi. Quei punti che fanno letteralmente impazzire di piacere se stimolati in modo adeguato. Mettiamo subito in chiaro una cosa: a differenza di quanto pensato da molto, i piedi per la maggior parte delle persone sono considerati tutt’altro che sensuali o fonte di sensualità. Per ciò che concerne loro è più che altro il contesto dell’intimità e dell’eccitazione generale a renderli un punto sensibile. Ma non vale per tutti.

Passiamo quindi alle certezze emerse dallo studio, che si è impegnato a verificare attraverso la risonanza magnetica la risposta del cervello alle stimolazioni. Prima di tutto, in quanto a numero di zone erogene, uomini e donne non differiscono di molto. Quest’ultime possono essere considerate “leggermente in vantaggio”, anche se nel loro caso la manipolazione delle stesse deve essere bene eseguita.

Il primo posto in questa speciale mappa è ovviamente da attribuire agli organi sessuali, ritenuti in assoluto la zona più sensibile, seguiti subito dalla labbra e dalle orecchie. Altrettanto facilmente eccitanti per gli uomini e le donne è la stimolazione dell’interno coscia e delle scapole. Una differenza? Gli uomini amano la stimolazione della parte posteriore della gamba e stimolarla alla propria compagna, mentre le donne la considerano pochissimo.

Vi ci ritrovate in questa mappa delle zone erogene? I risultati della ricerca inglese sono stati pubblicati sulla rivista di settore neurologico Cortex. E per chi fosse incuriosito dal lato geografico degli stessi, uomini e donne condividono questa piccola lista a prescindere dalla loro cultura e posizione geografica.

Fonte | Cortex

Photo Credit | Thinkstock