Propose un metodo alternativo di cura contro depressione e cancro, attraverso lo yoga e un regime alimentare specifico: David Servan-Schreiber è morto domenica sera. Aveva solo 50 anni. Il decesso è sopraggiunto per una recrudescenza del tumore al cervello che lo aveva colpito per la prima volta nel 1992. Sostenitore dei metodi naturali, era divenuto noto alle cronache per i suoi libri Guarire ed Anticancro.
In patria, nella sua Francia, è stato soprannominato il “profeta del benessere”. Medico lui stesso, affermato neuropsichiatra, dopo essere stato colpito dal cancro a soli 31 anni, si era convinto che il primo “farmaco” nel quale un paziente deve credere è proprio il proprio organismo. La prognosi dei medici gli aveva dato solo pochi mesi di vita. Lui era convinto che il corpo umano potesse contenere in sé molta più forza rispetto a quella normalmente creduta. E che fosse in grado se non di sconfiggere, almeno combattere il male senza affidarsi in toto alla medicina ed alla farmacia.
Da neuropsichiatra scrisse “Guarire”, nel quale sosteneva che dall’ansia e dallo stress, dalla depressione si potesse uscire grazie ad un approccio naturale non costellato di medicinali o psicoanalisi. Yoga e meditazione potevano bastare. Una critica nei confronti di Freud, ma anche di Cartesio.
Me è il suo secondo libro, “Anticancro”, pubblicato proprio in seguito alla prima ricaduta del suo male quello più conosciuto, nel quale era convinto sostenitore del potenziamento delle difese naturali attraverso la meditazione, la dieta e l’attività fisica. Non ha mai parlato di completa sostituzione di terapie, anche se per molti anni è stato oggetto di dure critiche.
Il suo ultimo libro, “Ho vissuto più di un addio”, uscirà postumo in autunno. Alcuni passi sono decisamente significativi, anche sotto il profilo scientifico:
Non esistono cure miracolose contro il cancro, nessuna guarigione è al 100%, ma si può lottare fino all’ ultimo. Presto o tardi, sarebbe tornato. Conoscevo la prognosi del mio cancro. Potevo ritardare la scadenza, guadagnare degli anni, quasi dimenticarlo, ma questa volta sarebbe stato the Big One , come dicono i californiani che temono l’ arrivo di un terremoto devastante .
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Fonte: Corriere della Sera