Ryan Kenneddy, ha solo 9 anni, ed una grande certezza: ha detto basta alle cure anti cancro cui era sottoposto. Combatte con un tumore al cervello da ormai 5 annni, più della metà della sua breve vita e nonostante i 7 interventi chirurgici, quattro cicli di chemioterapia e due di radioterapia, le cose non sono andate per il meglio. Lo scorso febbraio, la notizia che il tumore era raddoppiato: un intervento chirurgico gli avrebbe regalato tre mesi di vita, ma con il rischio di passarli intubato.
La risposta del ragazzino in preda al pianto è stata uno stop definitivo alle terapie:
“Te l’ho detto mamma, non voglio fare più niente, ho finito. Ho finito con tutto questo”.
Parole forti in preda ad una crisi isterica, poi confermate anche da una maggiore lucidità nei giorni successivi e che per la mamma Kimberly-Karp Morris devono aver avuto la violenza di 1000 pugnalate al cuore. Non è normale, non è fisiologico che una madre sopravviva al proprio bambino, ed è impossibile comprendere quale dolore una donna possa provare nel veder soffrire il proprio cucciolo a causa di un cancro. Non è ipotizzabile provare a mettersi al suo posto ad una richiesta del genere, men che meno giudicare. Ma lei stessa racconta all’Oakland Press:
“La parte egoista di me voleva dire: ‘No, io voglio che tu faccia questo intervento chirurgico, ma ho detto, OK, se è ciò che vuoi. Abbiamo comunque continuato a chiedergli se era convinto, più volte nei giorni successivi, abbiamo provato a capire le altre possibilità di intervento con i medici, ma non c’e ne erano e lui era sicuro di voler smettere. Ha detto: non voglio parlarne più”.
Una decisone drammatica e fatale, ma forse lecita, voler vivere alcuni momenti di vita seppur brevi come un bambino “normale”, sano.
“Da madre, negli ultimi cinque anni, ho visto come è riuscito a sopportare tutto, con forza, e abbiamo costruito un legame di fiducia unico. … se avessi insistito con le terapie avrei distrutto il nostro rapporto ed io non volevo farlo”.
A volte bisogna lasciar andare chi si ama. Questa storia potrebbe essere emblematica anche per parlare di testamento biologico, di bioetica, accanimento terapeutico, patria potestà, di ricerca scientifica riguardo ai tumori rari, ma è meglio che rimanga ciò che è: una drammatica storia di vita di un bimbo molto forte che ha unito il mondo. Il suo nome su twitter è tra i primissimi trend al mondo, # RyanKennedy. Ne è stato felice.
“Sai, mamma, questo tocca davvero il mio cuore, che così tante persone sono là fuori a prendersi cura di me”.
Ryan ora è in casa, a passare le sue ultime ore in attesa che la vita vada via: compirà dieci anni il prossimo 24 maggio e non è certo che sopravviva fino a quella data.
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