Può un uomo sviluppare un tumore al cervello per via di un uso esagerato del cellulare? Tutti gli elementi raccolti porterebbero verso quella direzione. Sette ore al giorno di utilizzo ininterrotto del telefono con chiamate della durata di almeno dieci minuti l’una. E la notte, il cellulare acceso in carica a nemmeno mezzo metro della testa. Mai utilizzati vivavoce o auricolare. Il risultato? Un glioblastoma.
Un nome poco chiaro per molti, ma nella realtà dei fatti una delle patologie cancerose del cervello che l’Agenzia internazionale per la ricerca contro i tumori (Iarc) nel 2011 ipotizzò come possibile conseguenza della permanenza dell’essere umano nei pressi dei campi elettromagnetici emessi dai cellulari. I sintomi per il paziente della nostra storia di medicina di oggi? L’impossibilità di riconoscere le persone, la difficoltà nel compiere delle normali azioni quotidiane a prescindere dalla loro difficoltà.
Recatosi dal dottore, la diagnosi è stata raggelante: tumore al cervello. Il caso, attraverso i canali ufficiali, arriva fino all’Osservatorio sui tumori professionali della Procura di Torino. Nello specifico si tratta della 26.075esima segnalazione ricevuta dall’ente nei suoi quindici anni di attività.
Ma è anche il primo caso nel quale il cancro viene collegato direttamente all’uso del cellulare. E rappresenta una “pietra miliare”. Perché è la prima volta che un collegamento del genere viene fatto e fino ad ora la letteratura medica ci illustra come mai sia stata provata la correlazione tra l’uso del telefonino ed il tumore al cervello nella sua forma del glioma e del neurinoma acustico.
La procura di Torino, nella persona del magistrato Raffaele Guariniello, ha aperto un’inchiesta per condurre maggiori e più approfondite perizie. Il paziente in questione ha sempre utilizzato il cellulare per lavoro: ha 45 anni ed è un autotrasportatore. Per lui, in questo momento, una convalescenza serena: il tumore è stato rimosso.
Gli scienziati dell’agenzia internazionale hanno inserito lo scorso anno il telefono cellulare in categoria 2B, quella delle sostanze potenzialmente cancerogene. E sebbene in Italia l’Istituto Superiore di Sanità, basandosi sulle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità sottolinea la necessità condurre ulteriori ricerche sulla questione, ha altresì invitato le persone a non utilizzare smodatamente l’apparecchio,e quando necessario, di farlo con l’ausilio del vivavoce e degli auricolari.
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