Molto spesso da parte dei genitori c’è la paura che il proprio bambino sia iperattivo. Molto spesso infatti questi ultimi portano a valutazione diagnostica i propri figli con la specifica richiesta di capire se il bambino ha tale disturbo. Questo è oggi un argomento molto dibattuto e spesso controverso ed è ripetutamente travisato da genitori ed insegnanti; argomento che spesso incute timori e paure nelle figure che operano con bambini “esuberanti“.
Per tali motivi oggi si è voluto tracciare una distinzione tra vivacità ed iperattività; distinzione che ci auguriamo possa essere d’aiuto per comprendere al meglio se si ha a che fare con un bambino portatore di un disagio specifico oppure con un bambino semplicemente energico. Per iniziare a tracciare la prima definizione dobbiamo chiederci innanzitutto cosa è l’ADHD? La parola ADHD significa letteralmente Attention Deficit Hyperactivity Disorder, che in lingua italiana diventa “Disturbo da Deficit di Attenzione e lperattività“. Tale sindrome porta il bambino iperattivo ad essere un bambino estremamente ingestibile, impulsivo e con un controllo inadeguato dell’attività motoria.
Il bambino affetto da ADHD (acronimo di disturbo da deficit di attenzione ed iperattività) è un bambino che ha visibilmente difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi durante le attività. Questi problemi derivano sostanzialmente dall’ incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente. Molto spesso le aree più compromesse sono quelle delle relazioni sociali poiché i bambini ADHD ricevono minori apprezzamenti e maggiori rifiuti dai loro compagni essendo spesso aggressivi, dicendo frasi negative nei confronti dei pari, non essendo collaboranti e cooperativi.