A sorpresa, il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, si è espresso contro uno degli accessori maschili più in voga, o meglio più imposti dal codice di abbigliamento formale: la cravatta.
Non lo ha certo fatto per insofferenza personale nei confronti di un pezzettino di stoffa che sembra pendere innocuamente sulle camicie. Dietro quest’arringa contro le cravatte c’è infatti molto più di una semplice e ipotizzabile antipatia per questo accessorio che per motivi istituzionali è costretto a indossare tutti i giorni e a quasi tutte le ore: ci sono ragioni legate all’igiene e alla prevenzione delle infezioni soprattutto negli ospedali.
Se ne è parlato ad Un giorno da pecora, programma condotto da Claudio Sabelli Fioretti e da Giorgio Lauro, dove il ministro era ospite.
Per il ministro Fazio, la cravatta sarebbe un covo di batteri e germi e dunque
una grande fonte di infezioni, la maggiore che esiste sul corpo di un uomo.
Questo perché non viene mai lavata né sterilizzata:
la cravatta è sempre la stessa, la si può cambiare ogni giorno ma alla fine non la si lava mai, tantomeno la si sterilizza.
L’idea è che un giorno anche in Italia, come già avviene in Inghilterra, l’uso della cravatta venga abolito nelle corsie degli ospedali, per evitare di causare ulteriori infezioni al sistema immunitario già compromesso e debilitato di molti degenti.
Al momento il nostro Paese è ben lontano da un’abolizione della cravatta nelle strutture ospedaliere, eppure bisognerebbe correre ai ripari perché, stando a quanto afferma lo stesso ministro della Salute:
Che la cravatta sia fonte di grandissime infezioni è stato scientificamente provato.
Se poi a questo dato aggiungiamo che l’ospedale è il posto in cui ci si ammala di più, l’ideale sarebbe minimizzare i rischi di infezioni con ogni misura possibile, magari, perché no, se serve, anche con l’abolizione della cravatta.
[Fonte: Tgcom]