Lo stress, soprattutto sul lavoro, è considerato da qualche anno una vera e propria patologia. Quando poi questo viene provocato dal proprio superiore, si incorre nel reato di mobbing. Stavolta a pagarne è un dirigente di un ufficio giudiziario ligure, il signor Luigi D.M., il quale è stato additato da tutti i suoi impiegati come un individuo aggressivo, violento e prevaricante.
Tanto che qualche anno fa una sua dipendente non ce l’ha fatta più e ha denunciato tutto alla magistratura. Non c’è stata alcuna violenza fisica ma solo psicologica, e sotto accusa sono finite frasi del tipo:
lei è una falsa, non finisce qui, gliela farò pagare, è una irresponsabile.
Questa situazione, accusa Rita C., le ha provocato uno stato ansioso-depressivo, con tachicardia in stress emotivo riconosciuti da un medico. Il processo, come accade spesso in Italia, è durato parecchi anni, 10 per l’esattezza, essendo finito in Cassazione, ma all’ultima sentenza il datore di lavoro ha sì evitato i 20 giorni di reclusione previsti per il reato di mobbing, ma ora sarà costretto a pagare la propria dipendente una quota per il risarcimento dei danni morali.
[Fonte: Ansa]