Secondo i ricercatori dell’Università del Michigan ci sarebbe poco da fidarsi dei cosiddetti “saponi antibatterici”. Gli esperti, infatti, hanno pubblicato uno studio su mBio, la rivista dell’American Society for Microbiology che getta ombre sul triclosan, un composto chimico presente in molti detergenti che potrebbe rappresentare un rischio per la nostra salute.
Il triclosan, per altro presente anche in shampoo, dentifrici, collutori e in disinfettanti usati a livello medico, può farsi strada all’interno del naso e favorire, al contrario di quanto si propone di fare, lo sviluppo di batteri, compreso il pericoloso Staphylococcus aureus. In realtà non si tratta di una novità assoluta, già da tempo, infatti, è noto che i prodotti disinfettanti a base di componenti chimiche (denominati biocidi) fortificano alcuni batteri, che diventano persino più resistenti all’attacco dei farmaci, indeboliscono le funzioni muscolari e possono aggravare le allergie.
Il team di ricercatori americani ha dimostrato come il triclosan sia presente comunemente nelle secrezioni nasali di gran parte della popolazione adulta sana e hanno sottolineato come pur essendo usato nei prodotti per l’igiene da oltre 40 anni i suoi effetti sulla salute non sono ancora stati approfonditi a sufficienza. Inoltre, come spiegano gli autori dello studio, non c’è alcuna prova che questa sostanza artificiale funzioni meglio degli ingredienti dei saponi “normali” e per questo motivo l’uso nei detergenti dovrebbe essere oggetto di adeguata regolamentazione. Come fare per scovare la presenza del triclosan nei prodotti per l’igiene? Basta leggere l’INCI (acronimo di International Nomenclature of Cosmetic Ingredient ed è la lista degli ingredienti sull’etichetta).
Photo Credit| Thinkstock