I linfonodi ingrossati sono spesso motivo di preoccupazione, poiché si tende a credere che siano la spia di patologie gravi. Più spesso, invece, sono il sintomo di un’infiammazione o di un’infezione in atto. Vediamo meglio quali sono le cause, i sintomi e le terapie consigliate in caso di ingrossamento dei linfonodi.
Cosa sono i linfonodi
I linfonodi o ghiandole linfatiche, sono dei piccoli organi a forma di fagiolo situati lungo le vie linfatiche. Al pari dei vasi sanguigni, si diramano raggiungendo tutte le parti del corpo trasportando la linfa, un liquido trasparente che contiene anche molti globuli bianchi, le sentinelle della nostra salute. I linfonodi sono aggregati tra loro in punti strategici come il collo, le ascelle, l’addome e l’inguine e sono deputati alla difesa del nostro organismo da agenti estranei potenzialmente pericolosi, provenienti sia dall’esterno, come batteri o virus, o dall’interno, come nel caso delle cellule che diventano maligne. I linfonodi, di norma, non sono apprezzabili al tatto, sono distinguibili, infatti, solo quando s’ingrossano.
Linfonodi ingrossati: cause
In genere, i linfonodi ingrossati sono indice di un’infezione o di un’infiammazione in corso. Le cause più frequenti sono:
- Raffreddore
- Morbillo
- Mononucleosi
- Infezioni dell’orecchio
- Ascessi dei denti
- Infezioni della pelle
- HIV
- Tubercolosi
- Sifilide
- Toxoplasmosi
- Bartonellosi (infezione trasmessa con il graffio del gatto)
- Lupus
- Artrite reumatoide
- Linfoma
- Leucemia
- Metastasi ai linfonodi
Linfonodi ingrossati: sintomi
Il sistema linfatico, come anticipato sopra, è una rete che attraversa il nostro corpo. Ognuno di noi ha circa 600 linfonodi, la maggior parte dei quali sono concentrati nelle zone del collo, delle ascelle e dell’inguine ed è proprio in corrispondenza di questi punti che tendono ad ingrossarsi. I sintomi dei linfonodi ingrossati sono:
- Rigonfiamento del linfonodo evidente alla vista e al tatto
- Dolore all’altezza del linfonodo
- Gonfiore nelle zone circostanti
- Nodi linfatici in rapida crescita
- Infezioni delle vie respiratorie superiori (mal di gola, naso che cola, ecc.)
- Gonfiore degli arti
Se i linfonodi sono apparti senza alcun motivo apparente, continuano ad ingrandirsi o sono presenti da più di 2 settimane; se al tatto risultando duri, se sono accompagnati da febbre persistente, sudorazione notturna, difficoltà di respirazione o perdita di peso inspiegabile è necessario consultare il medico.
Linfonodi ingrossati: diagnosi
Per la diagnosi dei linfonodi ingrossati il medico procederà all’anamnesi (ad esempio chiederà da quanto tempo i linfonodi sono ingrossati, se sono presenti altri sintomi, ecc.), e all’esame clinico. In alcuni casi, se tutto ciò non bastasse a formulare una diagnosi, potrebbe essere necessario sottoporsi a:
- Emocromo (esame di laboratorio che fornisce informazioni dettagliate su globuli rossi, globuli bianchi e piastrine).
- Ves
- Proteina C Reattiva
- Esami sierologici
- Ecografia della cavità addominale
- Reattività alla tubercolosi
- Radiografia del torace
- Biopsia del nodulo ingrossato (con agoaspirato)
In rari casi potrebbe essere necessario effettuare la biopsia escissionale detta anche chirurgica, che prevede la rimozione parziale o totale di un linfonodo in anestesia locale o generale.
Linfonodi ingrossati: terapie
La terapia per i linfonodi ingrossati dipende chiaramente dalla causa scatenante. Se ad esempio si tratta di un virus, il gonfiore rientrerà non appena l’infezione virale sarà passata. Il trattamento più comune in questi casi è la terapia antibiotica. Se al contrario, la tumefazione è di origine neoplastica il trattamento contempla la chemioterapia, la radioterapia o la rimozione chirurgica. Un capitolo a parte merita l’eventualità dei linfonodi ingrossati nei bambini e nei ragazzi in assenza di particolari patologie, che non è affatto raro. Accade in genere ai bambini/ragazzi definiti “a temperamento linfatico” ed il fenomeno è spesso associato a tonsille ingrossate, o carie ricorrenti e mai curate. Risolvendo la causa l’ingrossamento dovrebbe cessare, tuttavia in questi casi è preferibile evitare le diagnosi fai da te e consultare il pediatra o un otorinolaringoiatra.
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