Contro la depressione fatevi una bella mangiata di pomodori. Secondo un nuovo studio di provenienza cino-giapponese infatti questo alimento aiuterebbe a prevenire ed a combattere la depressione. Per ottenere questi risultati, secondo gli studiosi, basterebbe consumare quest’ortaggio due volte a settimana.
Siamo onestamente un po’ scettici, date le tonnellate di questi ortaggi che noi italiani mangiamo ogni anno senza per questo archiviare grandi passi in avanti rispetto alla cura della depressione. Ma dato che la medicina naturale molto spesso è in grado di coadiuvare in modo soddisfacente quella tradizionale, i ricercatori orientali hanno deciso di studiare gli effetti del consumo di questo frutto della terra sulla popolazione correlando i dati alla possibilità di cadere in depressione. Prima di trarre le proprie conclusioni, gli scienziati hanno analizzato il comportamento e l’umore di circa mille abitanti ultrasettantenni.
Quello che è certo è che i pomodori sono un’ottima fonte di antiossidanti naturali, utili per il benessere dell’organismo e per contrastare l’invecchiamento. La ricerca, pubblicata nella rivista di settore Journal of Affective Disorders, parte da un assunto molto semplice: quello che vuole le patologie depressive collegate anche alle deboli difese dell’organismo dettate dalla carenza di antiossidanti. Ed questo ortaggio è pieno di “licopene”, studiato anche per le sue peculiarità anticancro. Per questo motivo i ricercatori della Tianjin Medical University hanno deciso di analizzare le abitudini alimentari ed il consumo di pomodori su un campione di 986 giapponesi anziani chiedendo loro di compilare un questionario sulla dieta. Gli stessi sono stati poi sottoposti ad un test per verificarne lo stato mentale ed eventualmente diagnosticare la depressione. Questa fascia d’età è stata scelta perché più soggetta a possibili crisi depressive.
Coloro che consumavano da due a sei volte la settimana hanno dimostrato di correre un rischio minore del 46% di soffrire di depressione. Mangiare pomodori tutti i giorni, vedrebbe crescere la protezione dagli attacchi di circa il 52%.
Fonte | Journal of Affective Disorders
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