Non esistono pillole dimagranti miracolose, che agiscano senza un regime alimentare ipocalorico correlato ad un minimo di attività motoria: i farmaci per dimagrire possono essere un coadiuvante, un supporto importante, ma non decisivo. E’ il caso degli anoressizzanti, che però vanno utilizzati sotto rigoroso controllo medico. La fendimetrazina è una molecola di questo tipo, che negli anni è stata ampliamente utilizzata. In realtà era prescrivibile solo a pazienti obesi, ma di fatto veniva utilizzata anche da persone che avevano solo qualche chilo di troppo, anche e soprattutto all’interno di preparati galenici in farmacia, regolarmente prescritti da medici (non sempre specialistici).
Nel corso del tempo sono morte tre persone in cura con la fendimetrazina e come ormai saprete nei giorni scorsi la procura di Roma ha aperto un fascicolo per capire chi, come e quando avesse prescritto il farmaco all’ultima vittima, deceduta lo scorso 9 settembre. Non solo: quello che si vuole accertare è anche l’applicazione della legge che ne vieta la commercializzazione, emanata con decreto il 2 Agosto del 2011, quando la molecola è stata inserita tra gli stupefacenti. La responsabilità dei medici prescrittori nei singoli casi è tutta da chiarire, ma anche i pazienti devono cominciare ad aprire gli occhi, quando si tratta di farmaci la cui pericolosità è accertata. Cerchiamo di comprendere meglio.
Cos’è la fendimetrazina e perché aiuta a dimagrire
La fendimetrazina è considerata dimagrante perché agisce come anoressizzante, ovvero, agendo sui recettori nervosi della fame, è in grado di tenere sotto controllo l’appetito. Fino a qualche anno fa in Italia (1999) era venduta come prodotto farmacologico (Plegine ad esempio): poi il divieto e l’autorizzazione a preparati magistrali nelle farmacie. Da Agosto neppure più questi. La molecola è stata inserita nella tabella degli stupefacenti. Di fatto il suo uso era da considerale occasionale, non prolungato nel tempo (al massimo per tre mesi consecutivi) perché provoca assuefazione e crisi d’astinenza in caso di mancanza della sostanza.
Effetti collaterali della fendimetrazina
Tra i suoi effetti collaterali tutti quelli tipici delle anfetamine: oltre la dipendenza, stati di iper eccitazione, ansia incontrollata, nervosismo, tachicardia o aritmia cardiaca, palpitazione, pressione alta, fino a stati di psicosi veri e propri. Alla sospensione dell’assunzione del medicinale, l’appetito torna intenso, provocando spesso il recupero immediato dei chili persi. Tutti effetti che aumentano di intensità in caso di utilizzo di altri farmaci o sostanze stimolanti come l’alcool o il caffè.
Controindicazioni della fendimetrazina
La fendimetrazina è decisamente sconsigliata a chi soffre di ipertensione, è affetto da patologie cardiovascolari, diabete, ipertiroidismo, insufficienza renale, oltre che depressione e stati psicotici (va evitata la somministrazione contemporanea con antidepressivi). Il rischio è la morte come hanno dimostrato alcuni casi. Dunque il nostro consiglio è di evitare di acquistare al mercato nero o siti internet non autorizzati preparati e farmaci contenenti questo principio attivo. La vita è preziosa.
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