Dislessia ed elettrostimolazione? E’ un’opzione terapeutica quest’ultima da considerare con attenzione: una piccola scossa elettrica potrebbe davvero aiutare coloro che soffrono del suddetto disturbo a migliorare sensibilmente i deficit di lettura o di calcolo relativi allo stesso.
E’innegabile che negli ultimi anni la stimolazione elettrica transcranica non solo abbia subito uno sviluppo interessante a livello tecnico ma che le sue applicazioni in medicina siano aumentate. Tra di esse vi è anche quella relativa alla dislessia: gli scienziati della Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in collaborazione con il Laboratorio di Stimolazione Cerebrale della Fondazione Santa Lucia hanno deciso di scoprire se rendendo ininfluenti alcune aree cerebrali con la stimolazione e quindi stimolando l’encefalo ad impiegare la sua plasticità vi sarebbero state possibilità di colmare i deficit dati dalla patologia. I risultati di questa sperimentazione sono stati pubblicati in un articolo sulla rivista di settore Restorative, Neurology and Neuroscience.
In particolare i ricercatori italiani hanno coinvolto un campione di 19 tra bambini ed adolescenti di età compresa tra i 10 ed i 17 anni, sottoponendoli in modo casuale all’elettrostimolazione transcranica o al placebo in doppio cieco. Tutti i ragazzi hanno contestualmente partecipato ad un training per la lettura attraverso 18 incontri di 20 minuti, 3 volte alla settimana, per 6 settimane. I dati raccolti mostrano miglioramenti più ampi e veloci per coloro sottoposti al trattamento rispetto a quelli a cui è capitato l’approccio placebo, anche se non si hanno abbastanza prove per poter affermare che gli stessi permangano sul lungo termine. Spiegano gli scienziati:
Questa ricerca può quindi aprire la strada a nuove prospettive di riabilitazione della dislessia, con una sostanziale riduzione dei tempi, dei costi della terapia e del disagio per le famiglie nel dover sostenere lunghi percorsi di cura e di ridotta efficacia documentata. Va sottolineato che la tDCS non vuole sostituirsi, ma integrare la terapia logopedica tradizionale, tanto che i nostri risultati dimostrano la sua particolare efficacia in combinazione con la terapia tradizionale.
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