I bulli potrebbero comportarsi in questo modo così negativo perché potrebbero essere vittime di violenze familiari in casa. Ma una nuova ricerca effettuata dal Centers for Disease Control and Prevention, ed elaborata insieme al Dipartimento di Salute Pubblica del Massachusetts, ha notato che forse anche le vittime del bullismo potrebbero non reagire ai bulli perché in un certo senso “abituate” ai soprusi in quanto maltratte dai propri genitori o parenti.
I ricercatori hanno scoperto che tra gli alunni delle scuole medie e superiori di tutto lo Stato, i casi di violenza in famiglia erano comuni sia tra i giovani che avevano praticato il bullismo che nelle loro vittime. Dopo i due suicidi di due quindicenni nel 2009 – Phoebe Prince, e Carl Joseph Walker-Hoover – il bullismo è diventato un importante tema di discussione in Massachusetts, tanto da portare a leggi anti-bullismo nel 2010 che vietavano questa pratica sia online che nelle scuole. Di conseguenza sono state apportate politiche di prevenzione anche per capire meglio questo fenomeno sociale.
Gli autori scrivono di aver raccolto e analizzato i dati del Massachusetts Youth Health Survey (2009), un’indagine anonima fatta con questionari ogni 24 mesi. Ci sono notevoli differenze nei fattori di rischio che contribuiscono al comportamento delle persone coinvolte in diversi risvolti del bullismo, rispetto a coloro che non sono mai stati bulli o vittime. Tra gli alunni della scuola media, il tasso di maltrattamento nelle famiglie risultava nel 4,4% dei bulli e nel 5% delle vittime, mentre tra coloro che sono stati testimoni di violenza familiare, i tassi sono stati del 2,9% per i bulli e del 3,9% delle vittime.
Gli autori dicono che sono stati effettuati adeguamenti per i fattori che potrebbero alterare i risultati, come l’età, sesso, razza ed etnia degli individui. Ma la situazione peggiorava leggermente nella scuola superiore, dove il 3,8% dei bulli ed il 5,4% delle vittime avevano subito violenze familiari, mentre il 2,7% dei bulli ed il 6,8% delle vittime avevano assistito ad episodi di violenza domestica.
Al fine di sviluppare efficaci interventi e strategie di prevenzione del bullismo, dicono gli autori, le scuole e i dipartimenti di salute devono scoprire cosa avviene in famiglia, in modo da aiutare per tempo i bambini ed evitare che crescano con problemi caratteriali e antisociali.
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[Fonte: Medical News Today]