Arriva in commercio un nuovo tipo di latte artificiale in grado di rafforzare il sistema immunitario dei neonati. Frutto di una innovazione tecnologica basata sul Latte Fermentato con L. Paracasei CBA L74, questo nuovo tipo di latte – Nutrimune è il nome – è anche in grado di ridurre le comuni infezioni in età pre-scolare , soprattutto quelle legate alle vie respiratorie e all’apparato gastrointestinale.
Il sistema immunitario nei neonati è molto debole ed è per questo che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) raccomanda a tutte le mamme di usare il latte materno fino almeno ai sei mesi di vita del neonato. Non sempre però è possibile e ci sono madri che non hanno la possibilità di allattare i propri figli come vorrebbero. In tutti questi casi allora il nuovo latte artificiale messo a punto dai diversi centri di eccellenza italiani (il Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’unità operativa di Neonatologia e TIN Cà Grande Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, la Clinica Pediatrica e Neonatologia dell’Università degli Studi di Palermo, il Dipartimento Sperimentale di Oncologia Istituto Europeo di Oncologia di Milano) è la migliore soluzione alla quale affidarsi per aumentare le difese immunitarie del neonato così come si farebbe allattandolo al seno.
Il valore aggiunto di Nutrimune, rispetto agli altri tipi di latte artificiale fino ad oggi in commercio, sta tutto nell’ingrediente funzionale, contenuto nelle nuove formulazioni Plasmon e derivato dall’attività metabolica del Lactobacillus paracasei CBA L74, che si rivela capace di svolgere una sorta di attività di modulazione della risposta immunitaria innata e acquisita. Studi in vitro hanno evidenziato buoni risultati, confermati poi anche su test effettuati su animali e successivamente su bambini che frequentavano l’asilo nido e che hanno ben risposto alla somministrazione del nuovo latte artificiale. I bimbi che hanno assunto Nutrimune hanno infatti evidenziato una riduzione del 35% di episodi infettivi e un calo del 64% del numero medio di infezioni.
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