Durante l’estate rovente del 2003, i termometri sono saliti a oltre 40° C nelle prime due settimane di agosto, in tutta Europa le stime parlano di circa 40.000 decessi legati al caldo. L’ondata di caldo ha causato carenza d’acqua e scompensi nell’offerta di energia elettrica, mettendo a rischio soprattutto anziani, bambini e malati cronici.
Le ondate di calore sono sempre più frequenti, sempre più intense e sempre più lunghe. E non ci sono buone notizie per il nostro Paese. A quanto risulta da un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori dell’ETH, l’Istituto Politecnico di Zurigo per la Scienza dell’Atmosfera e del Clima, le ondate di calore sulle coste del Mediterraneo sono destinate ad aumentare: i giorni con temperature superiori ai 32 gradi centigradi passeranno dai due di media del periodo 1961-1990 ai circa 13 giorni del 2021-2050 e a 40 tra il 2071 e il 2100.
Secondo Erich Fischer e Christoph Schär, autori della ricerca, proprio l’Europa potrebbe essere la più colpita dalle variazioni dei fattori climatici con gravi rischi per la salute della popolazione.
I due ricercatori hanno studiato i più importanti fattori di rischio per la salute derivanti dalle ondate di calore: la combinazione di temperature elevate sia di giorno che di notte, l’elevata umidità e la durata della canicola. La soglia critica per la salute è stata stimata in 40,6° C. Più a rischio le valli fluviali e le regioni costiere del Mediterraneo. In queste aree, le ondate di calore provocano grossi disagi in particolare nei soggetti a rischio come gli anziani, i bambini piccoli e le persone affette da malattie cardiovascolari o respiratorie. La maggior parte delle aree ad alto rischio sono densamente popolate e includono grandi città come Milano, Napoli ed Atene:
“In alcune delle regioni europee più densamente popolate, come le aree urbane di Atene, Bucarest, Marsiglia, Milano, Roma e Napoli, si verificheranno i cambiamenti più severi in termini di impatto sulla salute”, spiega Erich Fische.
L’effetto dell’ondata di caldo mista all’inquinamento atmosferico delle città non fa presagire nulla di positivo per i prossimi anni. Secondo i due ricercatori l’ideale sarebbe adeguarsi a livello di infrastrutture e servizi preparandosi al peggio. Come già stanno facendo in molti ospedali italiani, con piani di emergenza specifici per gli anziani che restano in città d’estate. Per evitare rischi per la salute seguite le raccomandazioni del Ministero della Salute. Le trovate qui. Lo studio completo invece lo trovate sulla rivista Nature Geoscience.