Parlando dei pace-maker si parla di impiantati per il controllo di brachiaritmie dovute a malattie croniche o intermittenti del sistema di conduzione AV, a disfunzione del nodo del seno o ad una delle sindromi neurocardiache. Trattandosi di un argomento di non facile comprensione, per i non addetti ai lavori, non vi parlerò di che cosa stiano a significare tutte quelle sigle che portano i P.M. (VVI, AAI, DDD). E’ sufficiente sapere che sono dei veri e propri “paracadute” che ci salvano la vita quando il cuore impazzisce.
E’ importante quindi che vengano periodicamente controllati non solo per verificare il loro funzionamento ma anche per escludere eventuali complicanze. E proprio di questo che voglio parlarvi. Le infezioni correlate all’impianto di un pacemaker sono molto rare. Si possono verificare infezioni precoci, anche gravi, provocate da un germe, lo Staphylococcus aureus. Le infezioni tardive sono di solito associate allo Staphylococcus epidermidis e possono presentare un decorso più torpido.
Fenomeni infiammatori locali e formazioni di ascessi, febbre ed erosione dello stimolatore sono i segni dell’ infezione in atto. Un emocultura positiva ci conferma il focolaio di infezione ed il germe causa. Nel caso di PM infetto è di solito necessaria la rimozione degli elettrocateteri e dei generatore. Un’altra complicanza è la “Sindrome da Pacemaker“. Nei soggetti che portano un PM. del tipo VVI si può perdere la sincronia atrio – ventricolare con una conduzione retrograda ventricolareatriale.
La sintomatologia comprende un abbassamento improvviso della pressione arteriosa quando ci si mette in piedi (ipotensione ortostatica), presincope, affaticamento, intolleranza allo sforzo, tosse, astenia, stato di malessere, sensazione del battito cardiaco, cefalea, dolore toracico. Bastano uno o più sintomi sopraccitati per recarsi dallo specialista cardiologo. Altra complicanza è l’interferenza elettromagnetica con la funzione del pacemaker.
L’esecuzione di una Risonanza Magnetica (R.M.) è controindicata nei portatori di P.M. I telefonini cellulari hanno la capacità potenziale di influire negativamente sul funzionamento dello stimolatore. E’ pertanto consigliabile tenere i telefonini (telefoni cellulari digitali con potenza di uscita inferiore a 3 W) ad una distanza di almeno venti centimetri dal pacemaker. Per quanto concerne invece il “malfunzionamento del pacemaker” i problemi possono essere dovuti ad una “perdita di cattura”, anomalie della frequenza di stimolazione, “sensing” eccessivo o diminuito.
E’ ‘ importante in questi casi un analisi accurata di un semplice tracciato elettrocardiografico. Poi dovrà essere esaminato il PM. nel controllo della soglia di stimolazione e di “sensing”, della carica della batteria, dell’ impedenza dei cateteri, della frequenza del magnete. E’ necessaria inoltre anche una radiografia del torace. Un elettrocardiogramma con marker telematici di un paziente con rottura del catetere ventricolare mostra l’incapacità di cattura. Attualmente molti pazienti sono portatori di PM. A questo utilissimo apparecchio è legata la loro vita. E’ quindi giusto, senza provocare eccessivi allarmismi, che questi soggetti vengano adeguatamente controllati. E’ altrettanto importante che il portatore di pace-maker sia in grado di riconoscere da solo eventuali anomalie o disfunzioni dell’apparecchio che porta dentro di sé.