Lo spot pubblicitario della Fondazione Italiana Diabete Onlus, per sostenere la ricerca con la donazione del 5 per mille, ha suscitato molte polemiche tra le associazioni che si occupano della raccolta fondi e delle iniziative tese a sostenere chi viene colpito da questa malattia. Uno spot troppo forte nei contenuti, affermano alcuni, che solleva la questione sull’efficacia del messaggio: un bambino con una maschera, un volto di adulto, che vive una vita apparentemente normale. A casa la madre (che rappresenta la ricerca scientifica) gli toglie la maschera, e l’immagine sfuma sul piccolo senza che si riesca a vedere il suo vero volto, simbologia dell’inesistenza di una cura alla sua malattia, il diabete mellito di tipo 1.
Le famiglie e le associazioni, in prima linea nella lotta contro il diabete, chiedono che lo spot, realizzato dall’agenzia di Armando Testa, venga ritirato in quanto lesivo nei confronti dei bambini che soffrono di questa malattia. Antonio Canabras presidente della fondazione nazionale diabete giovanile ha dichiarato che quel “volto deturpato” nel filmato “trasforma i bambini in autentici mostri”, un’immagine falsa e scioccante che non rispecchia il vivere quotidiano dei pazienti e che vanificherebbe gli sforzi di chi cerca, anche nella malattia, quel senso di normalità e di compostezza.
Nicola Zeni presidente della Fondazione Italiana Diabete, non si aspettava queste reazioni e dichiara:
“la campagna vuole rappresentare le difficoltà che un bambino deve affrontare: lo dico da padre di un bambino di 9 anni che si è ammalato quando aveva 18 mesi. La ‘maschera’ sono le difficoltà che costringono i bambini a una rapida crescita psicologica, perché devono affrontare controlli, iniezioni e sacrifici. Ogni altro significato è frutto di un’errata lettura”.
Lo stesso coautore Gian Armando Testa spiega le sue scelte dettate proprio dalla gravità della malattia
“un messaggio pensato per sopravvivere nel mare magnum della comunicazione- dichiara Testa-. Al bambino diciamo che il diabete è un peso che si porta nella quotidianità ma gli diamo una speranza perché la maschera verrà tolta”.
Valentino Cherubini coordinatore del gruppo di studio sul diabete giovanile della Società italiana di endocrinologia e diabetologia ha dichiarato: “Chi vede lo spot può sentirsi defraudato del diritto di essere una persona normale” e Massimo Cipolli, presidente dell’associazione Giovani Diabetici Italia:
“Vorrei vedere riconosciuto un merito a chi è costretto a crescere in fretta, mentre si perde del tutto il messaggio positivo”.
I pubblicitari si schierano dalla parte opposta vedendo nello spot, come ha dichiarato Oliviero Toscani, lo specchio della vita reale. Agostino Toscano (direttore creativo esecutivo Saatchi & Saatchi) si schiera a favore di questa pubblicità sottolineando che davanti queste comunicazioni
“(…) diventano tutti moralisti mentre davanti alla ‘pornografia del dolore’ televisiva nessuno alza la voce”.
Un messaggio sembra accomunare tutte queste voci discordanti, forse meno scioccante delle polemiche suscitate dallo spot, ma efficace nella sostanza: aiutare i bambini colpiti da diabete.
Vedi lo spot:
Spot pubblicitario della Fondazione Italiana Diabete Onlus
[Fonte: Repubblica.it]