L’esame diagnostico per rilevare la presenza di un tumore cambia tipologia a seconda del cancro che si sospetta: il monitoraggio e la diagnosi dipendono da protocolli invasivi o fastidiosi. Quando si parla del tumore alla vescica il più usato è la cistoscopia, alla quale si aggiunge nella quasi totalità dei casi una biopsia.
Si tratta di procedure fastidiose, che potrebbero ben presto venir superate grazie ad uno studio effettuato all’ospedale Molinette di Torino. I ricercatori del nosocomio hanno infatti messo a punto un test in grado di diagnosticare la presenza della patologia attraverso le urine.
Fino ad ora la diagnosi del cancro alla vescica si basava principalmente sul riconoscimento dei sintomi, in particolare dell’ematuria ovvero la presenza di sangue nelle urine. Nel 25% dei casi essa rappresenta la manifestazione di una malattia di per sé già importante per la quale è richiesta l’asportazione della vescica.
Sebbene siano già stati utilizzati in passato test non invasivi sulle urine, la cistoscopia rappresentava l’unico vero esame affidabile finora utilizzato.
I risultati della sperimentazione messa in atto Torino verranno presto pubblicati sulla rivista Journal of Urology. Essi dimostrano come grazie a questo nuovo test, la diagnosi del tumore (tre volte più frequente negli uomini rispetto le donne, n.d.r.) sarà più semplice e meno fastidiosa per il paziente. Un’evoluzione necessaria data la maggiore incidenza di questo tumore nei paesi industrializzati: non di rado infatti essa dipende dalla maggiore esposizione dei malati a sostanze chimiche cancerogene nel corso della loro attività lavorativa.
Il gruppo di scienziati, guidato da Dario Fontana e Paolo Destefanis, è riuscito a dimostrare come, utilizzando tecniche di proteomica, sia possibile rilevare la presenza di fosfo-proteine all’interno del tessuto tumorale e quindi nelle urine dei malati di carcinoma. La sperimentazione, avvenuta su circa 150 pazienti, è stata in grado di riconoscere con accuratezza i pazienti sani da quelli affetti da tumore alla vescica.
Per tale motivo il test basato sulle fosfo-proteine potrebbe rappresentare in futuro l’esame più adatto per la rilevazione di cellule cancerose nella vescica, senza che il paziente venga sottoposto a procedure invasive. Al fine di confermare questo studio definitivamente e in partenza un’altra sperimentazione in Italia ed in Europa volta a standardizzarne l’utilizzo.
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Fonte: Blitz Quotidiano