Attenzione all’abbronzatura “mordi e fuggi”, le scorpacciate di sole, magari concentrate nell’arco di 2 giorni del fine settimana, rappresentano un rischio per i tumori della pelle, di cui il melanoma è la forma più grave e difficile da combattere. Ogni anno, infatti, in vista dell’estate, torna l’appello ad evitare l’eccessiva esposizione al sole. Come avverte la Società americana di Oncologia Clinica (Asco), in 10 anni si è registrato un aumento del 30% per i melanomi.
Ad essere maggiormente sotto accusa sono i genitori, che si dimostrano attenti a proteggere i figli dall’esposizione dei raggi solari, ma molto meno verso se stessi. Questo, è quanto emerso dai un sondaggio condotto su 1.500 persone, tra adulti e bambini, in Francia. Esiste, infatti, una notevole discrepanza nei comportamenti adottati verso i propri figli e verso se stessi.
Se la metà dei genitori, infatti, insiste perché il figlio si protegga la testa con un cappello, ma poi solo il 23% lo indossa, e per quanto riguarda l’uso delle creme solari, il dato è ancora più sorprendente. Se l’87% dei genitori, infatti, applica regolarmente la crema protettiva al figlio, solo il 44% ha la stessa attenzione verso la propria persona.
Gli oncologi sottolineano l’importanza di adottare comportamenti responsabili sotto il sole e di sottoporsi ad esami regolari dei nei. Il melanoma, infatti, colpisce ogni anno 200 mila persone nel mondo, di cui solo 7 mila sono italiani. Incoraggianti i progressi sul versante delle cure. La multinazionale farmaceutica Roche, infatti, ha da poco presentato all’Asco i nuovi dati sulla molecola vemurafenib, un farmaco sulla mutazione del gene Braf V600, presente nel 50% dei casi e rilevabile attraverso un test diagnostico ad hoc. Secondo lo studio, infatti, il nuovo farmaco, che è già stato approvato dall’agenzia europea Ema nel febbraio scorso, ha ottenuto la più alta sopravvivenza mai raggiunta in un trial clinico sul melanoma mestatico.
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