L’osteoporosi è una malattia che spesso viene diagnosticata solo in caso di fratture e quindi in ritardo rispetto alla reale necessità. Un problema necessario da risolvere: si tratta di una patologia troppo trascurata dai pazienti.
La letteratura medica a riguardo ci insegna che terapie per arginare questa malattia sono a disposizione dei pazienti. Gli scienziati italiani sono tra i più attivi nella ricerca delle cause endocrine dell’osteoporosi proprio con lo scopo di mettere a punto dei trattamenti sempre più adeguati. Il problema quale è? Difficilmente tali terapie vengono poi utilizzate da coloro che soffrono della patologia, a prescindere da ciò prescritto dal medico e le cause di questo “rifiuto sono molteplici: spesso la tipologia di trattamento non convince coloro che ne hanno bisogno sia per tipologia che posologia. Il GIOSEG, il gruppo di esperti che si occupa dello studio della malattia qui in Italia, vuole sottolineare l’importanza della prevenzione. Spiega il prof. Andrea Giustina, Ordinario di Endocrinologia all’Università di Brescia e Presidente del GIOSEG:
La diagnosi di osteoporosi spesso viene fatta in occasione della prima frattura e questo significa aver perso il treno della prevenzione. Secondo un recente studio dal titolo “Imminent Risk of Major Osteoporotic Fracture After Fracture presentato al World Congress on Osteoporosis, Osteoarthritis and Musculoskeletal Diseases” dopo la prima frattura il rischio di un secondo evento triplica entro un anno e raddoppia ulteriormente nel decennio successivo.
Il quadro dipinto dallo scienziato è terribile e basato su dati attendibili relativi al Reykjavik Study: esso ha monitorato circa 118 mila volontari nati tra il 1907 ed il 1935 dei quali si è calcolato il “tasso di frattura” di tutte le lesioni di questo tipo occorse dal momento dell’arruolamento fino al 2012. Ed è emerso come l’osteoporosi sia una malattia ignorata da entrambi i sessi, anche dopo le fratture subite a tal punto di dover essere considerata per questo un’emergenza di salute pubblica.
Non bisogna sottovalutare i problemi che questa patologia può causare, a partire dalle fratture fino alle difficoltà di deambulazione. Mai come in questo caso, prevenire è meglio che curare. E soprattutto: attenersi alle terapie può fare la differenza.
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