L’ictus ischemico è causato da una temporanea mancanza di afflusso di sangue al cervello riconducibile alla chiusura di alcuni vasi sanguigni, e rappresenta la forma più frequente di ictus. L’incidenza aumenta progressivamente con l’età, ma ci sono molteplici fattori che ne aumentano il rischio, dall’ipertensione arteriosa alla poca attività fisica.
Cos’è l’ictus ischemico
L’ictus ischemico è una condizione caratterizzata dall’occlusione di un vaso a causa di una trombosi (formazione di un grumo di sangue all’interno di una vena) o di un’embolia (ostruzione di una vena o di un’arteria causata da un corpo estraneo la normale flusso sanguigno), o meno frequentemente, da un’improvvisa e grava riduzione della pressione di perfusione del circolo ematico.
Le cause alla base dell’ictus ischemico sono:
- vasculopatia aterosclerotica che interessa le arterie di maggior calibro, comunemente le arterie carotidi, le vertebrali e le arterie che originano dal circolo del Willis, all’interno delle quali si forma un trombo
- occlusione delle piccole arterie causata da lipoialinosi (strati lipidici che crescono nelle piccole arterie per a causa dell’ipertensione, del diabete o dell‘età) e degenerazione fibrinoide o dall’estensione di microateromi dalle arterie di maggior calibro a quelle perforanti
- cardioembolia o embolia transcardiaca
- Condizioni associate con rischio elevato di ictus cardioembolico come la fibrillazione atriale (non isolata), la protesi valvolare meccanica, la stenosi mitralica con fibrillazione atriale, il trombo in atrio e/o auricola sinistri, la sick sinus syndrome, l’infarto miocardico acuto recente (4 settimane, <6 mesi)
Le cause meno frequenti di ictus ischemico sono:
disordine ematologico/altre cause specificabili
ictus emicranico
contraccettivi orali od estrogeni
farmaci (non estro-progestinici)
Vasculopatie infiammatorie primarie (arterite a cellule giganti, arterite di Takayasu, Lupus eritematoso sistemico, sindrome di Sneddon, vasculiti necrotizzanti sistemiche, poliarterite nodosa, sindrome di Churg-Strauss, granulomatosi di Wegener, artrite reumatoide, sindrome di Sjögren, malattia di Behçet, sclerodermia, sarcoidosi, arterite isolata del sistema nervoso centrale, malattia di Bürger)
anomalie congenite (displasia fibromuscolare, inginocchiamenti della carotide, dolicoectasia della basilare, sindrome di Ehlers-Danlos, pseudoxantoma elastico, sindrome di Marfan, malformazioni arterovenose)
vasculopatie traumatiche.
Sintomi dell’ictus ischemico
I disturbi che compaiono quando si viene colpiti da un ictus ischemico sono:
- afasia
- perdita di forza in metà corpo
- formicolii o perdita di sensibilità in metà corpo
- vista offuscata in una metà del campo visivo
- perdita di equilibrio
- vertigini
- emorragie che si annunciano con un improvviso mal di testa di intensità paragonabile ad un colpo di pugnale inferto alla nuca
Terapia per la cura dell’ictus ischemico
L’ictus ischemico è un’urgenza medica che richiede un ricovero immediato in ospedale. La terapia specifica nelle prime ore si basa sulla possibilità di sciogliere il coagulo nelle prime tre ore (trombolisi) e di contrastare la formazione di ulteriori trombi attraverso farmaci che prevengono l’aggregazione delle piastrine (antiaggreganti, in primo luogo, l’aspirina).
Riabilitazione dopo l’ictus ischemico
La riabilitazione viene condotta mediante la valutazione rapida e ripetuta dello stato clinico del paziente da parte del medico, del fisioterapista e del personale infermieristico, e viene iniziata non appena le condizioni del paziente lo permettono. I trial clinici, infatti, hanno dimostrato come la riabilitazione precoce sia in grado di migliorare gli esiti fisici e funzionali. La fisioterapia, in questo senso, gioca un ruolo fondamentale per il recupero del controllo motorio e dell’indipendenza nei compiti funzionali, ma anche nella prevenzione, attraverso la stimolazione sensoriale, di complicanze secondarie quali la retrazione dei tessuti molli e le infezioni polmonari.