Il termine fibromialgia (FM) deriva da “fibro” che indica i tessuti fibrosi (come i tendini e i legamenti) e “mialgia” che significa dolore muscolare. La fibromialgia è quindi una malattia reumatica che colpisce i muscoli provocando un aumento della tensione muscolare. In buona sostanza, tutti i muscoli (a partire dalla testa fino ad arrivare alla pianta dei piedi) sono in continua trazione. Ci dice il dottor Maurizio Locati, reumatologo e fisiatra all’Ospedale di Saronno
“La sintomatologia è presente più spesso a riposo, persino durante la notte e, viceversa, migliora con il movimento ed è suscettibile di peggioramento durante le giornate ventose ed in ambiente climatizzato”
I disturbi dolorosi, da occasionali all’inizio della malattia, diventano con gli anni più frequenti sino a diventare permanenti, cioè presenti tutto l’anno. Spesso chi ne soffre descrive i sintomi in modo molto colorito: ‘un cane che mi morsica’, è come essere trafitto da pugnali o scosse elettriche sul corpo’. Sono presenti anche altri disturbi quali, per esempio: astenia (stanchezza, in particolare al risveglio), cefalea, nausea, sindrome vertiginosa, ipotensione, parestesie, colon irritabile, tachicardie, fame d’aria, pollacchiura (frequente minzione), sudorazione eccessiva, crampi notturni, ansia, stress, depressione, disturbi del sonno.
“All’esame del medico la muscolatura si presenta molto contratta e si evidenziano zone muscolari particolarmente dolorose alla pressione delle mani dell’esaminatore (sono i cosiddetti Tender Points). Ma, ed è questa la sua peculiarità, non è presente la limitazione articolare che caratterizza l’artrosi”
Infatti, anche dopo decenni di malattia, le persone affette dalla sola fibromialgia non sembrano presentare alcuna vera limitazione funzionale e riescono a compiere qualsiasi attività fisica o lavorativa, anche se particolarmente gravosa. Gli esami di laboratorio risultano, inoltre, sempre nella norma, mentre la radiografia della colonna mostra frequentemente la riduzione o la scomparsa delle curve laterali vertebrali in particolare, le lordosi cervicali e lombari.
La causa scatenante della fibromialgia non è purtroppo nota, ma vi sono comunque situazioni ormai accertate che concorrono alla nascita della malattia. E’ comune la perdita di una fase del sonno importantissima, la cosiddetta fase non-R.E.M., quella del sonno più profondo.
“Inoltre è stato dimostrato come, in questi malati, vi sia un’importante riduzione della serotonina, un neurotrasmettitore che svolge un ruolo fondamentale nella depressione e che è coinvolto nella regolazione del dolore e del sonno. È quindi evidente che chi soffre di depressione, anche in forma iniziale, può avvertire la tipica sintomatologia fibromialgica e che questa può essere, a sua volta, la prima avvisaglia di un disagio psicologico”
Da quanto detto appare dunque chiaro che la fibromialgia è una malattia (o meglio un gruppo di patologie) che presenta lati ancora oscuri sulle sue cause. Anche la terapia risulta complessa e non ancora risolutiva, cosa che pressupone un intervento integrato, farmacologico e non, in cui il medico deve dedicare ampio spazio anche all’informazione del malato per motivarlo a instaurare un corretto stile di vita.