Scoprire le cause del mal di testa con un’app è ora possibile, grazie al lavoro di concerto della Angelini e dell’ANIRCEF, l’Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee. Si parla di un programma creato per informare i pazienti e tracciare l’andamento della patologia.
Quello della cefalea è un disturbo molto diffuso che può avere conseguenze importanti sul benessere e sulla qualità della vita delle persone. Spesso la sofferenza protratta relativa a questo problema neurologico dipende da una scorretta gestione dello stesso, così come segnalato dall’associazione nel corso dell’incontro “I mal di testa toglieteli dalla testa“. I dati presentati nella suddetta occasione hanno mostrato che circa 27 milioni di italiani soffrono di questa patologia almeno 2 volte al mese con una media di durata degli attacchi che va dalle 5 alle 10 ore.
E’ proprio per aiutare il paziente a comprenderne le cause ed affrontarle meglio che nasce l’app iMalditesta: disponibile per iOS ed Android, essa è uno strumento molto semplice da gestire per monitorare l’insorgenza e l’andamento degli episodi di mal di testa riuscendo in questo modo a collegare il disturbo a ciò che potrebbe averlo scatenato. Non va dimenticato che questo malessere può avere origine da una scarsa qualità del sonno, dallo stress, da una scorretta attività fisica o ancora da alcuni alimenti specifici: l’applicazione darà modo, con l’aiuto del proprio medico o del neurologo, di isolare le cause e trovare la terapia più adeguata. Commenta il prof. Pietro Cortelli, Presidente di ANIRCEF:
La cefalea è uno dei sintomi più diffusi nella popolazione, eppure poco conosciuto nelle sue tante sfaccettature. I mal di testa non sono tutti uguali, hanno caratteristiche e fattori scatenanti differenti. La mancanza di una corretta informazione sul disturbo è la principale causa dell’adozione di comportamenti e trattamenti impropri, che non solo non curano il mal di testa ma possono addirittura peggiorarlo se non si agisce tempestivamente al primo sintomo.
E’ dall’osservazione dei dati, aggiunge, che è possibile non solo fare la corretta informazione tra la popolazione, ma contemporaneamente aiutarla a combattere la patologia, sia con l’ausilio di farmaci sia con un cambiamento di stili di vita scorretti.
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