L’autismo è una delle patologie psichiatriche più difficili da comprendere e forse curare. Se gettiamo uno sguardo sulla situazione italiana scopriamo che di pari passo con la crescita di approcci terapeutici efficaci nel creare nel bambino delle condizioni di vita normali, cresce anche il numero dei minori affetti da questa patologia. Se scorriamo le statistiche, scopriremo infatti che se circa venti anni fa l’autismo colpiva un bambino su duemila, oggi colpisce un piccolo su 200.
Un trend decisamente in salita (praticamente decuplicato) che ancora oggi, nonostante i numerosi passi in avanti della medicina soffre di diagnosi non tempestive ed in alcuni casi, terapie non adeguate. Un problema molto grave, visto che il miglioramento del bambino autistico si basa quasi esclusivamente sulla adozione di veloci approcci di miglioramento basati su una diagnosi veloce. E su una terapia personalizzata in grado di rispondere alle esigenze del minore.
E’ su questo che i maggiori esperti in psichiatria convergono: l’utilizzo di terapie mirate, e soprattutto personalizzate. In particolare, il dott.Federico Bianchi di Castelbianco e la dott.ssa Magda Di Renzo, dell’IdO, Istituto di Ortofonologia accreditato dal Ministero della Salute, hanno sviluppato e recentemente presentato due distinti progetti in grado di dimostrare l’assunto fino ad ora sostenuto: quando la diagnosi è celere e la cura adeguata, le possibilità di recupero del bambino sono ampie.
E parliamo di dati alla mano, del 70% di passaggi da autismo a spettro autistico, e del 24% di guarigione. Tutto questo attraverso uno studio relativo all’individuazione del disturbo ed un altro relativo alla terapia. Sebbene il metodo sia innovativo, le basi su cui le due ricerche ed i rispettivi approcci si fondano sono strumenti da tempo in mano ai medici. Parliamo infatti della divisione dei bambini in due sottogruppi in base alla loro tipologia di sintomo attraverso dei punteggi derivanti da le due scale standard: l’ Ados-G e la Cars.
Soprattutto nei bambini affetti da sintomatologia lieve, si è stati in grado di comprendere che vi è la presenza di intenzionalità nel comportamento e che lo sviluppo del bambino autistico rispetto al normodotato è caratterizzato da un tempo più lento. Applicando le conoscenze psichiatriche a tale assunto, si è stati in grado di ottenere maggiori risultati.
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