Di certo guardarsi allo specchio e ritrovare diversi strati di ciccia in più non può far piacere, ma sembra che ci sia un forte legame tra la depressione e l’obesità. Di questo sono sicuri dei ricercatori olandesi che hanno esaminato i risultati di 15 studi, i quali comprendono quasi 59.000 persone.
Abbiamo riscontrato delle associazioni bidirezionali tra la depressione e l’obesità: il 55% delle persone obese ha avuto un aumento del rischio di sviluppare la depressione nel corso del tempo, ed il 58% delle persone depresse ha avuto un aumento del rischio di diventare obese
ha scritto il dottor Floriana S. Luppino, del Leiden University Medical Centre nei Paesi Bassi, e colleghi. Ulteriori analisi hanno rilevato che il legame tra l’obesità e la depressione è stato più forte tra gli americani che fra gli europei, ed è maggiormente rilevante tra le persone con diagnosi di depressione rispetto a quelli con i soli sintomi della depressione.
Esistono diverse teorie su come l’obesità e la depressione possano essere collegate, e spiegano i ricercatori che le più accreditate sono che:
- L’obesità può essere considerata una condizione infiammatoria e l’infiammazione è associata al rischio di depressione;
- La magrezza è un ideale di bellezza sia in Europa che negli Stati Uniti, in modo che essere in sovrappeso o obesi può contribuire alla insoddisfazione del corpo e alla bassa autostima, che aumenta il rischio di depressione;
- La depressione può svolgere un ruolo importante nell’aumento di peso attraverso l’interferenza con il sistema endocrino o dovuto agli effetti nocivi dei farmaci antidepressivi.
I risultati, pubblicati negli Archives of General Psychiatry, possono contribuire a migliorare la cura dei pazienti, secondo i ricercatori.
Poiché l’aumento di peso sembra essere una conseguenza tardiva della depressione, i medici devono essere consapevoli che il peso dei pazienti depressi deve essere monitorato. [Ma anche] lo stato d’animo dei pazienti in sovrappeso o obesi, deve essere monitorato. Questa consapevolezza potrebbe portare alla prevenzione, diagnosi precoce e co-trattamento per i più a rischio, che potrebbe in ultima analisi, ridurre il carico di entrambe le condizioni.
[Fonte: Health24]