179 morti accertati (fino al momento di pubblicazione di quest’articolo), migliaia di sfollati, il terremoto dell’Abruzzo è senza dubbio l’evento più traumatico che il nostro Paese ha affrontato negli ultimi 30 anni. Ma ancor di più lo è stato per quelle popolazioni che, da un giorno all’altro, hanno visto il loro mondo crollare insieme alle loro case. Hanno perso l’abitazione, l’automobile, il lavoro, e molto spesso anche un parente o un amico.
Per questo l’Ordine degli psicologi dell’Abruzzo, insieme alla Croce Rossa italiana, ha attivato subito una task force per inviare quanti più medici possibile, nel tentativo di recuperare psicologicamente le persone che improvvisamente hanno perso tutto. Infatti, dopo il recupero dei corpi, ed il tentativo di dare un tetto a queste persone sotto il quale dormire, l’aspetto più importante di cui prendersi cura è la psicologia di migliaia di persone che hanno subìto un tale trauma.
Secondo Claudio Mencacci, psichiatra all’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, i rischi sono molteplici. Gli sfollati infatti perdono prima di tutto la sicurezza, dato che vedono crollare la propria casa, magari acquistata con il sudore di una vita. Gli vengono a mancare improvvisamente tutte le certezze, e i risvolti possono essere un enorme stress mentale, una sensazione di impotenza acuita dalla fame, uno shock che blocca anche le funzioni più semplici come quella del bere, aumentando il rischio di disidratazione.
Ma ancora, lo sfasamento del normale ciclo sonno-veglia, aggravato dal fatto che il trauma è avvenuto proprio quando la persona era più fragile, cioè nel sonno, trauma per il quale diventa più difficile dormire; i continui flash back durante i quali si rivive l’incubo del palazzo che crolla, ed in cui si vede morire una persona cara. Ricordi che ritornano continuamente, e delle volte anche per tutta la vita.
Per queste ragioni e molte altre il recupero psicologico è importantissimo, ed inizierà creando dei gruppi di supporto, di cui faranno parte gli abruzzesi che hanno subito la tragedia, che condividendo sensazioni ed esperienze potranno capire di non essere soli. Il senso di isolamento può aggravare la situazione, ma la condivisione può avere come unica conseguenza quella di sentirsi un po’ più leggeri. Molto importante anche allontanare le persone dal luogo della tragedia, perché guardare sempre la propria casa ridotta in pezzi rende difficile superare il trauma; assicurare un pasto caldo e far sentire l’affetto di parenti ed amici che non sono stati colpiti dal sisma. Molto importante anche il recupero dei bambini, i quali verranno messi in strutture in cui potranno giocare, e distrarsi da ciò che è accaduto, ritornando a vivere dove meritano, nella loro spensierata innocenza.
[Fonte: Corriere della Sera]