Tutti i medici sono concordi: i bambini hanno bisogno di molta energia. Per crescere, per studiare, per giocare. Per molti, però, questa è sinonimo di zuccheri, ovvero la fonte più immediatamente disponibile per l’organismo. Le linee guida alimentari suggeriscono un livello nella dieta non superiore al 10/12% dell’energia giornaliera: 350 gr di zuccheri semplici al dì, provenienti principalmente da frutta, latte e dolciumi. E per capire quanto sia facile esagerare, basta pensare che in una lattina di cola ne troviamo già 35 gr, in un cucchiaino di zucchero bianco 5, in una fetta di torta 60.
Vitamine, perché? Lo zucchero, in sé, non è un alimento indispensabile perché l’organismo ricava il glucosio che gli serve dai carboidrati introdotti nella dieta. Per mettere in atto questa conversione, si serve di una squadra efficiente e tempestiva: le vitamine del gruppo B, che favoriscono la conversione dei cibi in energia. Queste sostanze, chiamate ‘vitamine energetiche’, rappresentano le chiavi che consentono agli alimenti di essere correttamente metabolizzati e trasformati in energia. Pur avendo ognuna specifiche funzioni, le vitamine del complesso B lavorano quasi sempre in concerto.
E grazie a loro l’organismo utilizza al meglio zuccheri, grassi e proteine necessari per la crescita, lo studio, il gioco e lo sport. Ecco allora il nuovo concetto di energia alimentare: l’equivalenza “cibo = fonte di energia” lascia il posto al binomio “vitamine B = migliore utilizzo dell’energia“. “Oggi, purtroppo, non è sempre possibile coprire tutto il fabbisogno giornaliero di vitamine. Studi recenti dimostrano che i livelli nutrizionali effettivi sono ben lontani da quelli raccomandati. La colpa è dell’alimentazione moderna costituita da ingredienti sempre più elaborati e raffinati, da materie prime private dei micronutrienti dalle tecniche produttive, spiega Paolo Magni, docente e ricercatore presso la Facoltà di Farmacia dell’Università degli Studi di Milano.
Da qui l’importanza, soprattutto per i bambini, di integrare la dieta con supplementi dietetici a base di vitamine del gruppo B che, essendo sostanze idrosolubili, non creano rischi di sovra-dosaggio: l’organismo utilizza le quantità che gli servono ed elimina gli eccessi con i liquidi organici. Gli integratori vitaminici Il fabbisogno di vitamine del gruppo B aumenta nell’età dell’accrescimento, nei periodi di intensa attività sportiva o di studio, in caso di stress psichico o fisico, durante le influenze, se si seguono particolari cure farmacologiche o cambi di stagione.
Chi pensa e spera che assumere una pillola di vitamine dia energia o risultati immediati in termini di forza, si sbaglia. L’organismo si accorgerà degli effetti benefici delle vitamine quando gli ingranaggi inceppati dalle carenze nutrizionali avranno ripreso a funzionare a pieno regime. L’integrazione in età pediatria non è fondamentale se il bambino segue un’alimentazione varia e bilanciata, ricca di vegetali freschi, mentre diventa consigliabile per quei bambini dai gusti difficili che seguono una diete monotona e poco varia.
Stesse discorso vale per l’età pre-adolescenziale, quando, lo sport può sfociare in un impegno quotidiano o agonistico. In questo caso il fabbisogno di vi taurina B1 arriva a 1,8 mg a giorno. Qui una buona integrazione di vitamine del gruppo B può essere davvero utile, spiega Luigi Taravi, professore aggregato del Dipartimento di pediatria e genetista presso l’Università La Sapienza di Roma.