I padri tipicamente non sono molto presenti quando i loro figli (soprattutto se si tratta di figlie) adolescenti fanno sesso per la prima volta. Un nuovo studio però contraddice le precedenti ricerche che rivelavano che i genitori reagivano con rabbia e distacco quando scoprivano che i loro figli erano diventati sessualmente attivi. Questa era una reazione controproducente, visto che poteva provocare maggiori rischi sessuali per gli adolescenti.
I giovani che esercitano l’attività sessuale in modo più regolare, portando a conoscenza le loro famiglie, sono finiti con il sapere molto di più, rispetto ai loro amici, sulle attività sessuali. Questo ha portato a livelli mediamente più bassi di rischio nei comportamenti sessuali, rispetto ai loro coetanei che coinvolgevano meno i genitori.
Questa è la spiegazione che da la docente del Boston College Rebecca Levine Coley, che ha guidato la ricerca. Lo studio, pubblicato sulla rivista Child Development, ha esaminato i comportamenti sessuali a rischio e i metodi dei genitori di 3.206 adolescenti tra i 13 e i 18 anni, per quattro anni. I dati sono stati raccolti attraverso questionari annuali e valutati come il rapporto cambiava nel corso del tempo.
I comportamenti sessuali a rischio sono definiti come rapida apertura all’attività sessuale, rapporti sessuali frequenti, più partner e un uso scorretto o poco affidabile dei metodi contraccettivi. I padri dei ragazzi coinvolti erano il 7% inferiori alla media di quelli che praticavano l’attività sessuale. Tuttavia, i ricercatori non hanno rilevato che un maggior coinvolgimento del padre ha mai frenato le azioni di suo figlio.
Nel complesso, le madri sapevano ancora di più sulla vita sessuale degli adolescenti, e lo studio ha rilevato che non hanno reagito con forza o in un altro modo aggressivo al comportamento sessuale dei loro figli. Tuttavia, questo potrebbe essere dovuto al fatto che le madri sono già informate su cosa loro fanno, mentre i papà spesso vengono a conoscenza di cosa sta accadendo indirettamente, cioè non dal figlio, ma dalla madre. Secondo Coley:
Mediamente anche nei padri è diminuita la conoscenza, nel corso del tempo, rispetto alle madri, anche se questa differenza è molto piccola.
Lo studio ha inoltre riscontrato che i padri non reagiscono in modo diverso fra figli e figlie. Ma le ragazze hanno risposto con maggiore forza al coinvolgimento dei loro padri, perché di solito si tende ad essere più protettivi verso le ragazze rispetto ai ragazzi. È interessante notare che le famiglie con redditi più elevati avevano mediamente livelli più bassi di attività partecipativa di famiglia. Questa attività, che riguarda in gran parte il coinvolgimento dei genitori, è ridotta per i figli che vivono con entrambi i genitori, mentre è leggermente più elevata quando essi sono separati, e quindi si passa del tempo prima con uno e poi con l’altro. Conclude Coley:
Questi risultati mettono in luce i vantaggi della stabilità biologica dei genitori, ma anche suggeriscono che la qualità del rapporto è importante al di là degli effetti della struttura familiare.
[Fonte: Livescience]