Il termine osteo e myelo si riferiscono rispettivamente all’osso e alla cavità midollare, entrambi interessati dal processo infettivo. L’ osteomielite è infatti dovuta ad un infezione batterica o fungina dell’osso. L’osteomielite acuta è un’ ipotesi molto probabile in pazienti con dolore osseo localizzato, febbre o stato settico. Questa patologia infettiva ha un andamento progressivo e da luogo a distruzione infiammatoria dell’osso, necrosi e neoformazione di altro osso. Le alterazioni radiografiche (edema dei tessuti molli, tumefazione del periostio) possono presentarsi alcune settimane dopo l’esordio clinico mentre una diagnosi più precoce ci viene data dalla scintigrafia ossea con il tecnezio e dalla biopsia delle lesioni sospette.
Dobbiamo distinguere l’osteomielite acuta per contiguità senza insufficienza vascolare generalizzata dalla osteomielite acuta per contiguità con insufficienza vascolare generalizzata. Nel primo caso il microrganismo può estendersi all’osso tramite infezioni delle parti molli adiacenti, oppure essere inoculato nell’osso da un trauma o da un intervento chirurgico. Le fratture esposte, la riduzione cruente con sintesi interna delle fratture, le infezioni croniche delle parti molli e la radioterapia sono le condizioni predisponenti più frequenti dell’affezione. Dall’osso infetto si isolano generalmente diversi ceppi batterici anche se lo staphylococcus aureus resta il microrganismo di più frequente riscontro.
Nell’osteomielite per contiguità con insufficienza vascolare generalizzata la maggior parte dei pazienti sono affetti da diabete mellito o da vasculopatia periferica aterosclerotica. L’infezione in genere colpisce le piccole ossa del piede, l’astragalo, il calcagno, il perone distale e la tibia. A seguito di traumi, anche modesti, delle parti molli del piede (ad esempio un infezione unghiale) si arriva all’infezione dell’osso. Il ridotto apporto sanguigno arterioso è stato tradizionalmente considerato il principale fattore predisponente.
L’osteomielite acuta ematogena è dovuta ad un germe che proviene dal sistema circolatorio ed è quasi sempre causata, come confermano le emoculture positive, dallo staphylococcus aureus. È più frequente nei bambini. Per I’ abbondante apporto vascolare le sedi più colpite da osteomielite ematogena sono le metafisi delle ossa lunghe. La terapia dell’ osteomielite per contiguità senza insufficienza vascolare generalizzata si avvale di un adeguato drenaggio, sbrigliamento e chiusura degli spazi vuoti. Accanto all’intervento chirurgico non deve mancare un’ adeguata copertura antibiotica.
Nell’ osteomielite per contiguità con insufficienza vascolare generalizzata occorre determinare lo stato di vascolarizzazione, misurando la tensione cutanea di ossigeno. Gli interventi di rivascolarizzazione, ma anche la terapia iperbarica, consentono di facilitare la guarigione delle aree in cui la tensione di ossigeno è ai limiti. A seconda dei casi il paziente può essere trattato con una terapia antibiotica soppressiva, con sbrigliamento chirurgico locale oppure con una chirurgia radicale. Nell’ osteomielite ematogena è necessaria una corretta terapia antibiotica affiancata, se necessario, da alcune procedure chirurgiche (adeguato drenaggio, idoneo e minuzioso sbrigliamento, chiusura dello spazio morto, protezione della ferita). La terapia antibiotica va eseguita sulla scorta dell’agente patogeno identificato. Il paziente viene sottoposto ad una terapia antimicrobica idonea per un periodo di 4-6 settimane.